Vue normale

Il y a de nouveaux articles disponibles, cliquez pour rafraîchir la page.
À partir d’avant-hierFlux principal

Framasoft in cifre, edizione 2023

Par : Framatophe
29 décembre 2023 à 06:21

Qual è l’impatto concreto delle azioni della nostra associazione ? È questa la domanda a cui ci piace rispondere alla fine dell’anno (vedi dati 2022) : prendersi il tempo per quantificare le nostre azioni è essenziale per rendersi conto del servizio che possiamo fornire agli altri. Iniziamo con le Framastatistiche 2023 !

🦆 VS 😈 : Riprendiamo terreno ai giganti del web !

Grazie alle vostre donazioni (66 % deducibili dalle tasse), l’associazione Framasoft lavora per far progredire il web etico e conviviale. Una sintesi dei nostri progressi nel 2023 è disponibile sul sito web Support Framasoft..

➡️ Leggete la serie di articoli di questa campagna (novembre-dicembre 2023).

 

Illustration de Hydroffice, un monstre serpentin à cinq têtes avec des crocs, ornées des logos des outils de la Google Suite

Clicca per sostenerci e contribuire a respingere Hydrooffice – Illustrazione CC-By David Revoy

Grazie a Nilocram per la traduzione !

Per quanto riguarda i nostri servizi online…

Più di 1,8 milioni di persone visitano i nostri siti web ogni mese : è il doppio delle visite che Disneyland Paris riceve ogni mese ! Questa cifra è aumentata del 16 % rispetto all’anno scorso, quindi è pazzesco (e molto motivante) pensare che ciò che facciamo sia utile a così tante persone. E cosa significa questo, per ogni singolo servizio ?

Dessin d'un piaf sur la tête d'un éléphant, tous deux en position de kung fu.

Clicca per sostenerci e aiutare Espéhef e Ahèmvé – Illustrazione CC-By David Revoy

Framadate

Framadate consente di creare dei mini-sondaggi, in particolare per trovare la fascia oraria giusta per gli appuntamenti. E in cifre, Framadate significa :

  • 33.785.780 visite nel 2023
  • 1,2 milioni di sondaggi ospitati nel 2023
  • 80.000 sondaggi creati in più rispetto al 2022

Grafico che mostra il numero di visite a Framadate

Framapad

Framapad consente a più persone di scrivere sullo stesso documento. Framapad è senza dubbio uno dei più grandi servizi Etherpad al mondo, con :

  • 510.900 pad ospitati attualmente
  • Diversi milioni di pad ospitati dal lancio del servizio
  • 309.000 account su MyPads (+ 60.000 rispetto al 2022)
  • Oltre 5 milioni di visite nel 2023

Grafico che mostra la distribuzione dei pad in base alle nostre istanze Framapad (pad annuali, bimestrali, settimanali, semestrali, mensili e account Mypads)

 

Framalistes e Framagroupes

Framalistes e Framagroupes consentono di creare liste di discussione via e-mail. Poiché il server di Framalistes ha raggiunto la sua capacità massima, nel giugno 2023 abbiamo aperto Framagroupes per continuare a offrire questo servizio, che riteniamo indispensabile. Framalistes e Framagroupes sono senza dubbio i più grandi server di liste di discussione (esclusi i giganti del Web) esistenti, con :

  • Più di 1,1 milioni di utenti
  • 63.900 liste aperte
  • Circa 280.000 e-mail inviate in media ogni giorno lavorativo

Framaforms

Framaforms semplifica la creazione di questionari online. Framaforms in cifre :

  • 867.000 visite al mese
  • 418.628 moduli attualmente ospitati
  • 172.289 moduli creati quest’anno

Grafico che mostra il numero di visite a Framaforms (in aumento !)

Framacalc

Framacalc consente di creare fogli di calcolo collaborativi. È forse il più grande istanza Ethercalc del mondo, con :

  • 4.235.879 visite nel 2023
  • 218.000 calcoli ospitati

Grafico che mostra il numero di visite a Framacalc

Framateam

Framateam è un servizio di chat che consente di organizzare dei team suddivisi per canale. È probabilmente una delle più grandi istanze pubbliche di Mattermost al mondo, con :

  • 148.870 utenti del servizio (di cui 5.582 si collegano ogni giorno)
  • 29.665 team
  • 168.102 canali di discussione
  • Più di 43 milioni di messaggi scambiati dal lancio del servizio

Grafico che mostra la distribuzione dei messaggi inviati a Framateam nell’arco di un mese (notare l’utilizzo molto elevato durante la settimana !)

Framagit

Framagit è una fucina di software dove gli sviluppatori possono pubblicare il proprio codice e contribuire a quello degli altri. Framagit è probabilmente uno dei più grandi server Gitlab pubblici in Francia, con :

  • 70 679 progetti ospitati
  • 49 642 utenti
  • 8 966 fork
  • 149 789 issues
  • 91 623 Merge requests
  • 1 764 909 note

Screenshot della home page di Framagit

Framacarte

Framacarte consente di creare mappe online. E in cifre, è :

  • 2 770 510 visite nel 2023
  • 6 690 utenti (+ 1 246 in un anno)
  • 170 845 mappe ospitate (+ 33.476 in un anno)

Grafico del numero di visite a Framacarte

Framatalk

Framatalk consente di creare o di unirsi a una sala di videoconferenza. E in cifre, questo è :

  • 656 765 visite nel 2023 (+ 45 % rispetto all’anno scorso)
  • Una media di 75 conferenze attive per 200 partecipanti per giorno lavorativo

Grafico che mostra l’evoluzione delle visite a Framatalk (si noti l’enorme picco durante l’anno di confinamento !)

Framindmap

Framindmap consente di creare mappe mentali. In cifre, Framindmap è :

  • 295 379 visite nel 2023
  • 1,13  milioni di mappe mentali ospitate
  • 489 690 utenti

Grafico che mostra il numero di visite a Framindmap

 

Framavox

Framavox consente a un gruppo di persone di incontrarsi, discutere e prendere decisioni in un unico luogo. Framavox è probabilmente una delle più grandi istanze esistenti dell’eccellente software Loomio, con :

  • 119 633 utenti
  • 124 566 visite nel 2023
  • 12 265 comunità

Framavox – Illustrazione di David Revoy

Framagenda

Framagenda consente di creare calendari online. In cifre, si tratta di :

  • 260 000 calendari
  • 122 919 utenti

Framaspace

Framaspace è un ambiente di lavoro collaborativo per piccole associazioni e gruppi. In cifre, si tratta di :

  • 850 associazioni e piccoli gruppi non organizzati da Google
  • 750 nuovi spazi aperti entro il 2023
  • 16 server (dedicati e macchine virtuali) per 640 TB di spazio su disco
  • Più di 800.000 file ospitati su Framaspace

Une licorne déguisée en cosmonaute (avec une passoire sur la tête) marche sur les nuages et souffle des bulles. Dans ces bulles, on retrouve des cubes symbolisant le travail en commun (dossiers, boite à outils, livres, machine à écrire, boulier, etc.).

Framaspace – Illustrazione di David Revoy

PeerTube

PeerTube è un’alternativa alle piattaforme video. E in cifre è :

  • 300 000 utenti
  • 893 000 video
  • 1 151 istanze pubbliche
  • 287 000 commenti ai video
  • 231 milioni di visualizzazioni (una visualizzazione viene conteggiata a partire da 30 secondi)
  • 434 To di file
  • 413 issues risolti nel 2023 (su un totale di 4.360 issues trattate)
  • 363 591 visite a JoinPeerTube.org
  • 2 sviluppatori stipendiati (il secondo si è unito al team a settembre !)

Statistiche di PeerTube per gli ultimi 3 mesi del 2023 : istanze, utenti, commenti, video, visualizzazioni e peso dei video

Mobilizon

Mobilizon è la nostra alternativa ai gruppi e agli eventi di Facebook. In cifre, è :

  • 313 554 eventi
  • 29 789 utenti
  • 86 istanze
  • 3 438 gruppi
  • 1 sviluppatore (nemmeno a tempo pieno !)

Mobilizon – Illustrazione di David Revoy

Framadrive

Framadrive, il servizio di archiviazione di documenti, non è più aperto alle iscrizioni, ma funziona ancora ! In cifre, si tratta di :

  • 10,8 milioni di file
  • 4 794 utenti
  • 2,6 TB di spazio su disco utilizzato

Framapiaf

Framapiaf, un’istanza del software di micro-blogging Mastodon, non è più aperta a nuove registrazioni ma rimane molto attiva. In cifre, si tratta di :

  • 1 500 utenti che si sono collegati negli ultimi 30 giorni
  • 850 utenti che hanno postato almeno un messaggio negli ultimi 30 giorni

Dorlotons Dégooglisons – Illustrazione di David Revoy

Infrastruttura tecnica

Per quanto ne sappiamo, Framasoft è il più grande fornitore associativo di servizi online al mondo. E a priori, questo modello di funzionamento associativo non esiste da nessun’altra parte ! In cifre :

  • 58 server e 60 macchine virtuali che ospitano i nostri servizi online
  • 0,6 tonnellate di CO2 equivalenti per il consumo annuale di elettricità della nostra infrastruttura tecnica (il nostro host, Hetzner, utilizza energia idroelettrica ed eolica rinnovabile)
  • 1 amministratore di sistema a tempo pieno e 2 addetti al supporto tecnico
  • 1 persona di supporto a tempo pieno

Partecipo a finanziare i (Frama-)servizi

 

L’associazione e i comuni culturali

I servizi online che forniamo al pubblico non sono le uniche cose che ci tengono occupati. Ecco qualche dato su alcune delle altre attività che abbiamo svolto quest’anno.

Dessin dans le style d'un jeu vidéo de combat, où s'affronte l'éléphant et le piaf de Dégooglisonse et le monstre de Google Suite.

È grazie alle vostre donazioni che Espéhef e Ahèmvé sono in grado di tenere testa a Hydrooffice ! Illustrazione di David Revoy

Attività interna

  • Framasoft conta 28 membri volontari e 11 dipendenti.
  • 45 presentazioni nel 2023, in presenza e/o online, sulle tecnologie digitali, i beni culturali comuni e le questioni in gioco.
  • Più di 130 articoli pubblicati sul Framablog nel 2023
  • 2 autori⋅ices accompagnati⋅ dalla nostra casa editrice Des Livres en Communs

I progetti in comune

  • 1 097 voci nell’annuario Framalibre
  • Un corso di formazione e un MOOC creato per chi ospita servizi etici
  • 21 operatori in grado di supportare le associazioni nella loro emancipazione digitale elencati sul sito emancipasso.org
  • 5 visite di studio in 5 Paesi europei per il progetto ECHO Network
  • 8 anni di coordinamento del collettivo CHATONS, che attualmente comprende 91 fornitori di hosting alternativi

Abbiamo bisogno del vostro aiuto !

È grazie alle vostre donazioni che possiamo garantire la totale indipendenza finanziaria dell’associazione : la libertà di sperimentare, di continuare, di fallire, di fermarci, di portare avanti i nostri progetti, dai più seri ai più strampalati, sempre in linea con il nostro progetto associativo di educazione popolare ai temi del digitale e dei beni culturali comuni. E in cifre :

  • Il 93 % del nostro bilancio è finanziato dalle donazioni
  • 5 463 donatori finanziano iniziative di cui beneficiano più di 1,8 milioni di persone ogni mese
  • Il70 % del bilancio è destinato al pagamento degli stipendi.

Ripartizione del bilancio di Framasoft

 

Framasoft è un’associazione di interesse generale : tutte le donazioni fatte a noi sono deducibili fino al 66 % per i contribuenti francesi. Quindi una donazione di 100 euro vi costerà in realtà solo 34 euro dopo gli sgravi fiscali.

Barre de dons Framasoft le 28 décembre 2023, à 76% - 151079 €

Se vogliamo raggiungere il nostro budget per il 2024, abbiamo solo 3 giorni per raccogliere 48 000 € : non possiamo farlo senza il vostro aiuto !

 

Fai una donazione

 

Framasoft in figures, 2023 edition

Par : Framasoft
28 décembre 2023 à 02:50

What is the concrete impact of our association’s actions ? That’s the question we like to answer at the end of the year : taking the time to quantify our actions is essential if we are to realise the service we can provide to others. Let’s get ready for Framastats 2023 !

🦆 VS 😈 : Let’s take back some ground from the tech giants !

Thanks to your donations to our not-for-profit, Framasoft is taking action to advance the ethical, user-friendly web. Find a summary of our progress in 2023 on our Support Framasoft page.

➡️ Read the series of articles from this campaign (Nov. – Dec. 2023)

Illustration de Hydroffice, un monstre serpentin à cinq têtes avec des crocs, ornées des logos des outils de la Google Suite

Click to support us and help push back Hydrooffice – Illustration CC-By David Revoy

 

As for our online services…

More than 1.8 million people visit our websites every month : that’s twice as many people as visit Disneyland Paris every month ! This figure is up 16 % on last year, so it’s pretty crazy (and very motivating) to think that what we do is useful to so many people. And what about service by service ?

Dessin d'un piaf sur la tête d'un éléphant, tous deux en position de kung fu.

Click here to support us and help Espéhef and Ahèmvé – Illustration CC-By David Revoy

Framadate

Framadate allows you to create mini-surveys, for example to find the right appointment time. And in figures, Framadate is :

  • 33,785,780 visits in 2023
  • 1.2 million hosted surveys in 2023
  • 80,000 more surveys created than in 2022

Graph showing the number of visits (blue) and page views (orange) to Framadate

Framapad

Framapad allows several people to write on the same document. Framapad is undoubtedly one of the largest Etherpad services in the world, with :

  • 510,900 pads currently hosted
  • Several million pads hosted since the launch of the service
  • 309,000 accounts on MyPads (+ 60,000 compared to 2022)
  • More than 5 million visits in 2023

Graph showing the distribution of pads according to our Framapad instances (annual, bimonthly, weekly, half-yearly, monthly pads and Mypads accounts).

Framalistes and Framagroupes

Framalistes and Framagroupes allow you to create email discussion lists. As the Framalistes server had reached its maximum capacity, we opened Framagroupes in June 2023 to continue offering this service, which we consider essential. Framalistes and Framagroupes are undoubtedly the largest discussion list servers in existence (excluding the web giants), with :

  • more than 1.1 million users
  • 63,900 open lists
  • An average of 280,000 messages sent per working day

Framaforms

Framaforms makes it easy to create online forms. Framaforms in figures :

  • 867,000 visits per month
  • 418,628 forms currently hosted
  • 172.289 forms created this year

Graph showing the evolution of visits (blue) and page views (orange) to Framforms (it’s going up !)

Framacalc

Framacalc allows you to create collaborative spreadsheets. It may also be the largest Ethercalc database in the world, with :

  • 4,235,879 visits in 2023
  • 218,000 hosted spreadsheets

Graph showing the number of visits (blue) and page views (orange) to Framacalc

Framateam

Framateam is a chat service that allows teams to be organised by channel. It is probably one of the largest public Mattermost instances in the world, with :

  • 148,870 users of the service (5,582 of which log on daily)
  • 29,665 teams
  • 168,102 discussion channels
  • More than 43 million messages exchanged since the launch of the service

Graph showing the distribution of messages sent to Framateam over a month (note the very high usage during the week !).

Framagit

Framagit is a software forge where developers can publish their code and contribute to the code of others. Framagit is probably one of the largest public Gitlab servers in France, with :

  • 70,679 hosted projects
  • 49,642 users
  • 8,966 forks
  • 149,789 issues
  • 91,623 merge requests
  • 1,764,909 commit notes

Screenshot of the Framagit homepage

Framacarte

Framacarte allows you to create maps online. And in figures, it’s :

  • 2,770,510 visits in 2023
  • 6,690 users (+ 1,246 in one year)
  • 170,845 hosted maps (+ 33,476 in one year)

Graph showing the number of visits (blue) and page views (orange) to Framacarte

Framatalk

Framatalk allows you to create or join a video conference room. And in numbers, that’s

  • 656,765 visits in 2023 (+45 % compared to last year)
  • An average of 75 active conferences with 200 participants per working day

Graph showing the number of visits (blue) and page views (orange) to Framatalk (note the huge spike during the year of lockdowns !)

Framindmap

Framindmap allows you to create mind maps. In numbers, Framindmap is :

  • 295,379 visits in 2023
  • 1.13 million hosted mind maps
  • 489,690 users

Graph showing the number of visits (blue) and page views (orange) to Framindmap

Framavox

Framavox allows a group of people to meet, discuss and make decisions in one place. Framavox is probably one of the largest existing instances of the excellent Loomio software, with :

  • 119,633 users
  • 124.566 visits in 2023
  • 12.265 communities

Framavox – Illustration by David Revoy

Framagenda

Framagenda allows you to create online calendars. In numbers, that’s :

  • 260,000 calendars
  • 122.919 users

Framaspace

Framaspace is a collaborative working environment for small associations and groups. In numbers, that’s :

  • 850 associations and small groups not organised by Google
  • 750 new spaces to be opened by 2023
  • 16 servers (dedicated and virtual machines) providing 640 TB of storage
  • More than 800,000 hosted files
Une licorne déguisée en cosmonaute (avec une passoire sur la tête) marche sur les nuages et souffle des bulles. Dans ces bulles, on retrouve des cubes symbolisant le travail en commun (dossiers, boite à outils, livres, machine à écrire, boulier, etc.).

Framaspace – Illustration by David Revoy

PeerTube

PeerTube is the alternative to video platforms. And in numbers, it’s :

  • 300,000 users
  • 893,000 videos
  • 1,151 public entities
  • 287,000 comments on videos
  • 231 million views (a view is counted from 30 seconds)
  • 434 TB of files
  • 413 issues resolved in 2023 (out of a total of 4,360 issues handled)
  • 363,591 visits to JoinPeerTube.org
  • 2 employees (the 2nd joined the team in September !)

PeerTube statistics for the last 3 months of 2023 : instances, users, comments, videos, views and weight of videos

Mobilizon

Mobilizon is our alternative to Facebook Groups and Events. In numbers, it’s :

  • 313,554 events
  • 29,789 users
  • 86 instances
  • 3,438 groups
  • 1 developer (not even full-time !)

Mobilizon – Illustration by David Revoy

Framadrive

Framadrive, the document storage service, is no longer open for registration, but it’s still working ! And in numbers, that’s :

  • 10.8 million files
  • 4,794 users
  • 2.6 TB of storage used

Framapiaf

Framapiaf, an installation of the microblogging software Mastodon, is no longer open to new registrations, but remains very active. In figures, there are :

  • 1,500 users who have registered in the last 30 days
  • 850 users who have posted at least one message in the last 30 days

The care given to our online services – Illustration by David Revoy

Technical infrastructure

To the best of our knowledge, Framasoft is the world’s largest web host for online services. And a priori, this associative operating model doesn’t exist anywhere else ! In figures :

  • 58 servers and 60 virtual machines hosting our online services
  • 0.6 tonnes of CO2 equivalent for the annual electricity consumption of our technical infrastructure (our host, Hetzner, uses renewable hydro and wind energy)
  • 1 full-time sysadmin and 2 technical support staff
  • 1 full-time support person

Support Framasoft

The association and the cultural commons

The online services we provide to the public are not the only things that keep us busy. Here are some figures on some of the other things we’ve been up to this year.

Dessin dans le style d'un jeu vidéo de combat, où s'affronte l'éléphant et le piaf de Dégooglisonse et le monstre de Google Suite.

It’s thanks to your donations that Espéhef and Ahèmvé are facing Hydrooffice. Illustration de David Revoy

Internally

  • Framasoft has 28 volunteers and 11 paid employees
  • 45 presentations in 2023, face-to-face and/or online, on digital technology, the cultural commons and related issues
  • over 130 articles published on the Framablog in 2023
  • 2 books published by our publishing house Des Livres en Communs (in French)

Shared projects

  • 1,097 entries in the Framalibre directory
  • A training course and a MOOC created for ethical service providers
  • 21 service providers able to support associations in their digital emancipation, listed on the emancipasso.org website
  • 5 study visits in 5 European countries for the ECHO Network project
  • 8 years of coordinating the CHATONS collective, which currently includes 91 alternative hosting providers

Support Framasoft

We need your help !

It’s thanks to your donations that we can guarantee the total financial independence of the association : the freedom to experiment, to continue, to fail, to stop, to continue our projects, from the most serious to the most mad, always in line with our associative project of popular education on digital issues and the cultural commons. And in figures :

  • 93 % of our budget comes from donations
  • 5,463 donors finance initiatives that benefit more than 1.8 million people every month
  • 70 % of the budget is spent on salaries

Breakdown of Framasoft’s budget (in order : Human resources, Servers and domains, Operating costs, Interventions, Communication, Project services, Bank charges and tax)

 

Once again this year, we need you, your support, your sharing to help us regain ground on the toxic GAFAM web and multiply the number of ethical digital spaces.

Barre de dons Framasoft le 28 décembre 2023, à 76% - 151079 €

If we want to balance our budget for 2024, we only have 3 days left to raise €48 000 : we can’t do it without your help !

Support Framasoft

 

Framasoft en chiffres, édition 2023

Par : Framasoft
28 décembre 2023 à 02:47

Quel est l’impact concret des actions de notre association ? C’est la question à laquelle nous aimons répondre en fin d’année (cf. chiffres 2022) : prendre le temps de chiffrer nos actions est essentiel pour réaliser le service que l’on peut rendre aux autres. En route pour les Framastats 2023 !

🦆 VS 😈 : Reprenons du terrain aux géants du web !

Grâce à vos dons (défiscalisables à 66 %), l’association Framasoft agit pour faire avancer le web éthique et convivial. Retrouvez un résumé de nos avancées en 2023 sur le site Soutenir Framasoft.

➡️ Lire la série d’articles de cette campagne (nov. – déc. 2023)

 

Illustration de Hydroffice, un monstre serpentin à cinq têtes avec des crocs, ornées des logos des outils de la Google Suite

Cliquez pour nous soutenir et aider à repousser Hydrooffice – Illustration CC-By David Revoy

Du côté de nos services en ligne…

Plus de 1,8 million de personnes naviguent sur nos sites internet chaque mois : c’est deux fois plus de visites que n’en reçoit Disneyland Paris par mois ! Ce chiffre a augmenté de 16 % par rapport à l’année dernière, c’est assez fou (et très motivant) d’imaginer que ce que nous faisons est utile à tant de monde. Et service par service, ça donne quoi ?

Dessin d'un piaf sur la tête d'un éléphant, tous deux en position de kung fu.

Cliquez pour nous soutenir et aider Espéhef et Ahèmvé – Illustration CC-By David Revoy

Framadate

Framadate permet de créer des mini-sondages, notamment pour trouver le bon créneau de rendez-vous. Et en chiffres, Framadate c’est :

  • 33 785 780 visites en 2023
  • 1,2 million de sondages hébergés en 2023
  • 80 000 sondages créés de plus par rapport à l’année 2022

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framadate

Framapad

Framapad permet de rédiger à plusieurs sur un même document. Framapad est sans doute l’un des plus gros services Etherpad au monde avec :

  • 510 900 pads hébergés actuellement
  • Plusieurs millions de pads hébergés depuis le lancement du service
  • 309 000 comptes sur MyPads (+ 60 000 par rapport à 2022)
  • Plus de 5 millions de visites en 2023

Graphique présentant la répartition des pads selon nos instances Framapad (pads annuels, bimestriels, hebdomadaires, semestriels, mensuels et comptes Mypads)

 

Framalistes et Framagroupes

Framalistes et Framagroupes permettent de créer des listes de discussion par email. Le serveur de Framalistes étant arrivé au maximum de ses capacités, nous avons ouvert Framagroupes en juin 2023, pour continuer à proposer ce service que nous trouvons indispensable. Framalistes et Framagroupes sont certainement les plus gros serveurs de listes de discussion (hors géants du Web) qui existent, avec :

  • Plus d’1,1 million d’utilisateurs et utilisatrices
  • 63 900 listes ouvertes
  • Environ 280 000 mails envoyés en moyenne par jour ouvré

Framaforms

Framaforms permet de créer simplement des questionnaires en ligne. Framaforms en chiffres c’est :

  • 867 000 visites par mois
  • 418 628 formulaires actuellement hébergés
  • 172 289 formulaires créés cette année

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framforms (ça grimpe !)

Framacalc

Framacalc permet de créer des tableurs collaboratifs. C’est peut-être là encore la plus grosse base Ethercalc au monde avec :

  • 4 235 879 visites en 2023
  • 218 000 calcs hébergés

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framacalc

Framateam

Framateam est un service de tchat, et permet une organisation d’équipe par canaux. C’est probablement l’une des plus grosses instances Mattermost publique au monde avec :

  • 148 870 utilisateurs et utilisatrices sur le service (dont 5 582 se connectent tous les jours)
  • 29 665 équipes qui s’organisent
  • 168 102 canaux de discussions
  • Plus de 43 millions de messages échangés depuis le lancement du service

Graphique présentant la répartition des messages envoyés sur Framateam sur un mois (on remarque une très forte utilisation en semaine !)

Framagit

Framagit est une forge logicielle, où développeurs et développeuses peuvent publier leur code et contribuer à celui des autres. Framagit est probablement un des plus gros serveurs Gitlab publics de France avec :

  • 70 679 projets hébergés
  • 49 642 utilisateurs et utilisatrices
  • 8 966 forks
  • 149 789 issues
  • 91 623 Merge requests
  • 1 764 909 notes

Capture écran du tableau d’accueil de Framagit

Framacarte

Framacarte permet de créer des cartes géographiques en ligne. Et en chiffres, c’est :

  • 2 770 510 visites en 2023
  • 6 690 utilisateurs et utilisatrices (+ 1 246 en un an)
  • 170 845 cartes hébergées (+ 33 476 en un an)

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framacarte

Framatalk

Framatalk permet de créer ou rejoindre un salon de vidéoconférence. Et en chiffres, c’est :

  • 656 765 visites en 2023 (+ 45 % par rapport à l’an passé)
  • En moyenne 75 conférences actives pour 200 participant⋅es par jour ouvré

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framatalk (remarquez cet énorme pic pendant l’année des confinements !)

Framindmap

Framindmap permet de créer des cartes mentales. En chiffres, Framindmap c’est :

  • 295 379 visites en 2023
  • 1,13 million de cartes mentales hébergées
  • 489 690 utilisateurs et utilisatrices

Graphique présentant l’évolution des visites sur Framindmap

 

Framavox

Framavox permet à un collectif de se réunir, débattre et prendre des décisions, dans un seul endroit. Framavox est probablement une des plus grosses instances existantes de l’excellent logiciel Loomio, avec :

  • 119 633 utilisateurs et utilisatrices
  • 124 566 visites en 2023
  • 12 265 communautés

Framavox – Illustration de David Revoy

Framagenda

Framagenda permet de créer des calendriers en ligne. Et en chiffres, c’est :

  • 260 000 calendriers
  • 122 919 utilisateurices

Framaspace

Framaspace est un environnement de travail collaboratif pour les petites associations et collectifs. En chiffres, c’est :

  • 850 associations et petits collectifs qui ne s’organisent pas chez Google
  • 750 nouveaux espaces ouverts en 2023
  • 16 serveurs (dédiés et machines virtuelles) pour 640 To d’espace disque provisionné
  • Plus de 800 000 fichiers hébergés
Une licorne déguisée en cosmonaute (avec une passoire sur la tête) marche sur les nuages et souffle des bulles. Dans ces bulles, on retrouve des cubes symbolisant le travail en commun (dossiers, boite à outils, livres, machine à écrire, boulier, etc.).

Framaspace – Illustration de David Revoy

PeerTube

PeerTube est une alternative aux plateformes vidéo. Et en chiffres c’est :

  • 300 000 utilisateurs et utilisatrices
  • 893 000 vidéos
  • 1 151 instances publiques
  • 287 000 commentaires sur les vidéos
  • 231 millions de vues (on compte une vue à partir de 30 secondes sur la vidéo)
  • 434 To de fichiers
  • 413 issues résolues en 2023 (sur 4 360 issues traitées au total)
  • 363 591 visites sur JoinPeerTube.org
  • 2 développeurs salariés (le 2e a rejoint l’équipe en septembre !)

Statistiques PeerTube des 3 derniers mois de 2023 : instances, utilisateurices, commentaires, vidéos, vues et poids des vidéos

Mobilizon

Mobilizon est l’alternative que nous proposons aux groupes et événements Facebook. En chiffres, c’est :

  • 313 554 événements
  • 29 789 utilisateurs et utilisatrices
  • 86 instances
  • 3 438 groupes
  • 1 seul développeur (même pas à temps plein !)

Mobilizon – Illustration de David Revoy

Framadrive

Framadrive, service de stockage de documents, n’est plus ouvert aux inscriptions, mais fonctionne toujours ! Et en chiffres, c’est :

  • 10,8 millions de fichiers
  • 4 794 utilisateurs et utilisatrices
  • 2,6 To d’espace disque utilisé

Framapiaf

Framapiaf, installation du logiciel de micro-bloging Mastodon, n’est plus ouvert aux nouvelles inscriptions mais reste bien actif. En chiffres, c’est :

  • 1 500 utilisateurs et utilisatrices s’étant connecté·es dans les 30 derniers jours
  • 850 utilisateurs et utilisatrices ayant posté au moins un message dans les 30 derniers jours

Dorlotons Dégooglisons – Illustration de David Revoy

Infrastructure technique

Framasoft est, à notre connaissance, le plus gros hébergeur associatif de services en ligne au monde. Et a priori, ce modèle de fonctionnement associatif n’existe nulle part ailleurs ! En chiffres :

  • 58 serveurs et 60 machines virtuelles qui hébergent nos services en ligne
  • 0,6 tonne équivalent CO2 pour la consommation électrique annuelle de notre infrastructure technique (notre hébergeur Hetzner utilisant des énergies renouvelables hydroélectriques et éoliennes)
  • 1 admin sys à temps plein et 2 personnes tech en soutien
  • 1 personne au support à temps plein

Je participe au financement des Framaservices

 

L’association et les communs culturels

Les services en ligne que nous mettons à disposition du public ne sont pas les seuls à occuper nos journées. Voilà quelques chiffres concernant d’autres actions que nous avons menées à bien cette année.

Dessin dans le style d'un jeu vidéo de combat, où s'affronte l'éléphant et le piaf de Dégooglisonse et le monstre de Google Suite.

C’est grâce à vos dons que Espéhef et Ahèmvé font face à Hydrooffice ! Illustration de David Revoy

En interne

  • Framasoft c’est 28 membres bénévoles et 11 salarié⋅es
  • 45 interventions en 2023, en présentiel et/ou en ligne sur le numérique, les communs culturels et leurs enjeux
  • Plus de 130 articles publiés sur le Framablog en 2023
  • 2 auteur⋅ices accompagné⋅es par notre maison d’édition Des Livres en Communs

Les projets partagés

  • 1 097 notices sur l’annuaire Framalibre
  • Une formation et un MOOC créés à destination d’hébergeurs de services éthiques
  • 21 prestataires en capacité d’accompagner des associations dans leur émancipation numérique recensés sur le site emancipasso.org
  • 5 visites d’étude dans 5 pays d’Europe pour le projet ECHO Network
  • 8 années de coordination du collectif CHATONS regroupant actuellement 91 hébergeurs alternatifs

Je soutiens les actions de Framasoft

Nous avons besoin de vous !

C’est grâce à vos dons que nous pouvons garantir une totale indépendance financière de l’association : liberté d’expérimenter, de poursuivre, de rater, d’arrêter, de continuer nos projets, des plus sérieux aux plus loufoques, toujours en gardant le cap de notre projet associatif d’éducation populaire aux enjeux du numérique et des communs culturels. Et en chiffres :

  • 93 % de notre budget est financé par des dons
  • 5 463 donateur⋅ices financent des actions utiles à plus de 1,8 million de personnes chaque mois
  • 70 % du budget est consacré à la masse salariale

Répartition du budget de Framasoft

 

Framasoft est une association d’intérêt général : tous les dons qui nous sont faits sont défiscalisables à hauteur de 66 % pour les contribuables français⋅es. Ainsi un don de 100 € ne vous coûtera en réalité que 34 € après défiscalisation.

Barre de dons Framasoft le 28 décembre 2023, à 76% - 151079 €

Si nous voulons boucler notre budget pour 2024, il ne nous reste que 3 jours pour récolter 48 000 € : nous n’y arriverons pas sans votre aide !

 

Je fais un don à Framasoft

 

Un premier dorlotage… vraiment enthousiasmant !

Par : Framasoft
13 juin 2023 à 03:46

Dorlotons Dégooglisons, c’est plus de soin, d’énergie et de temps dédié à nos services en ligne. Nous clôturons aujourd’hui la collecte lancée le 23 mai pour nous aider à financer l’épisode 1, et l’objectif a été atteint (et même plus !). Un sincère MERCI : merci de votre soutien pour ce nouveau projet qui ne serait pas réalisable sans vous  ❤️.

« Dorlotons Dégooglisons »

Consacrer plus de temps et d’énergie à nos services en ligne, c’est un nouveau cap que nous voulons suivre. Et nous pourrons le garder grâce à vous, grâce à vos dons ! En savoir plus sur le site Soutenir Framasoft.

➡️ Lire les articles en lien

les animaux mascottes de Framasoft semblent allongés sur une prairie dont les coquelicots sont des cœurs rouges. ils entourent un grand message qui dit : Objectif (généreusement) atteint !

Un immense merci ! Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Dorlotons Dégooglisons, un projet qui NOUS tient à cœur

Le projet à long terme « Dorlotons Dégooglisons » c’est une manière pour nous de montrer le soin que nous consacrons à nos services : de la gestion à l’administration, en passant par le support et la communication, sans oublier l’expertise technique. C’est sortir de l’ombre les 80 petites mains qui s’activent en coulisses pour vous permettre d’utiliser des services éthiques afin de retrouver de l’autonomie, de l’esprit critique et de la liberté dans vos pratiques numériques.

Quelques exemples concrets du travail derrière la scène

 

« Dorlotons » Dégooglisons, c’est aussi (et surtout !) consacrer plus de temps et d’énergie à nos services en ligne, dont certains peuvent sembler un peu à l’ancienne : nous allons dégager du temps salarié pour la coordination du projet et prendrons le temps de vous faire part des différentes avancées.

Dans ce premier épisode, nous avons mis en lumière les dorlotages déjà réalisés cette année (et souvent un peu passés à la trappe), tout en mettant un coup de projecteur sur le nouveau service Framagroupes (listes de discussions par email), ouvert le 7 juin.

 

Dorlotons Dégooglisons, un projet qui VOUS tient à cœur

Dorlotons Dégooglisons c’est aussi vous mobiliser : ces services en ligne, gratuits et utiles à près de 1,5 million de personnes par mois ont bien un coût, et il est financé par vous, par vos dons. Lancer cette collecte c’était aussi une manière de savoir si vous trouvez utile que l’on consacre plus de soin, de temps et d’énergie à nos services.

sous le panneau au logo framasoft, une boîte à outils dont un pinchot distribue le contenu à ceux qui viennent le voir

Framasoft prenant plaisir à proposer des outils à celles et ceux voulant s’émanciper ! Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Alors on vous le dit haut et fort : MERCI ! Vous avez été au rendez-vous, et en seulement 12 jours l’objectif de 60 000 € était atteint ! À l’heure où nous publions ces lignes et après ces 22 jours d’animation, vous êtes plus de 1 500 personnes a avoir contribué, avec plus de 76 000 € collectés, soit 127 % de l’objectif fixé (et il reste encore quelques heures pour la collecte : elle ne ferme que ce soir à minuit !). Vraiment, encore une fois, MERCI ! Cette mobilisation nous confirme bien que prendre soin de nos services, les améliorer, et les mettre en avant, c’est réellement un projet qui vous motive autant que nous !

Le livre d’or de cette collecte est maintenant en ligne : vous y trouverez les petits mots que certaines et certains d’entre vous nous ont laissés (et que nous avons pris grand plaisir à lire !). Prendre conscience de l’utilité de nos actions, c’est ça qui nous motive à continuer, et le témoignage de Kris l’illustre vraiment très bien (aucun lien avec Khrys, l’autrice du Khrys’presso) (et promis, c’est pas pour frimer que nous le partageons, mais parce qu’il nous touche particulièrement !).

Merci à Framasoft de nous proposer ces services si utiles au quotidien pour fonctionner en groupe à distance : les pads pour les réunions, les framalistes, les framaforms ! On a tellement besoin de ça, de ces outils qui ne nous pistent pas, cherchent juste à être utiles sans vouloir capter du temps de cerveau, ni de l’argent. Merci aussi pour vos contributions à d’autres services, les efforts faits pour nous informer, et nous permettre de cheminer vers d’autres usages, pour vos réflexions partagées, et pour l’accompagnement que vous apportez aux collectifs pour sortir du tout Google. Merci pour votre engagement, et merci de toutes ces initiatives pour un numérique plus éthique, plus émancipateur et plus libre, loin du monopole et du fonctionnement capitaliste. Merci de vos propositions pour réfléchir le monde autrement (collecte et confiance, édition de livres libres…). Vous assurez grave ! Kris

La série va t-elle être reconduite ?

Clairement : OUI ! Tout d’abord, l’enthousiasme de la mobilisation pour cette collecte nous a montré que nous ne nous trompons pas de direction : vous estimez qu’il est nécessaire de consacrer davantage d’énergie à nos services en ligne et nous allons dégager plus de temps pour les améliorer.

 

Illustration « Quittons la planète GAFAM NATU BATX », CC BY David Revoy; Dans l'espace cosmique un vaisseau spatial sur lequel sont installés divers animaux mascottes de framasoft s'éloigne en lui disant au revoir d'un vaisseau en arrière-plan, celui des Gafam.

Changer le monde, un octet à la fois… Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Ce temps de collecte pour mettre en avant nos dorlotages réalisés cette année et présenter la démarche à venir nous rassure aussi quant au budget de notre association. Celui-ci repose à 94 % sur des dons et dépend actuellement très (trop !) fortement des 3 dernières semaines de décembre, où sont réalisés 50 % des dons de l’année (chiffres de 2022). Animer ce temps de mobilisation en milieu d’année nous permet à la fois :

  • de continuer l’année plus sereinement et d’être moins « en stress » en fin d’année pour boucler notre budget (enfin, on l’espère !). Cette expérimentation semble donc encourageante sur cet aspect.
  • de proposer un deuxième rendez-vous dans l’année pour parler de nos actions et faire un bilan (et rendre la fin d’année aussi plus digeste sur la quantité d’info qu’on vous transmet !)

 

un personnage pensif à gauche, une main sous le menton, dit : "vous faites trop de trucs chez framasoft, on n'arrive plus à suivre !. un personnage en face lui répond en montrant de la main droite la liste longue en papier qui se déroule jusqu'au sol et qu'il tient de sa main gauche. il répond ;"je vous fais une petite récap' semestrielle…"

Illustration réalisée avec le Générateur de Grise Bouille

 

Et alors, c’est quoi la suite pour Dorlotons Dégooglisons ? Nous allons élaborer une feuille de route pour gérer nos priorités, définir les prochains projets et trouver de potentiels prestataires… Bref nous avons encore du pain sur la planche pour les prochaines années. Et nous comptons bien refaire le point sur tout ça l’an prochain…

Encore un immense merci pour votre confiance et pour votre soutien !

Soutenir les actions de Framasoft

 

 

Liens utiles

Framagroupes : le service post Framalistes est ouvert !

Par : Framasoft
7 juin 2023 à 08:25

Framagroupes vient d’ouvrir ! Ce nouveau service permet aux groupes de continuer à échanger facilement par email, en arrêtant de surcharger un Framalistes archi plein… En repartant sur des bases saines !

« Dorlotons Dégooglisons »

Consacrer plus de temps et d’énergie à nos services en ligne, c’est un nouveau cap que nous voulons suivre. Et nous pourrons le garder grâce à vous, grâce à vos dons ! En savoir plus sur le site Soutenir Framasoft.

➡️ Lire les articles en lien

Les Framaservices, c’est avant tout des humain⋅es : sans elles et eux, pas de Framalistes. Pas d’envoi de centaines de milliers de mails par jour (malgré les embûches des gros fournisseurs de mails). Pas de gestion financière pour payer les factures des serveurs. Pas de support pour vous débloquer quand plus personne ne peut gérer votre liste. Personne pour vous dire que Framalistes, et maintenant Framagroupes, existent et pourquoi !

« Dorlotons Dégooglisons » est là pour mettre tout ce travail, et les personnes qui le réalisent, en valeur !

Framagroupes, un service de liste de discussion tout beau tout propre – Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Framagroupes : apprendre de Framalistes

On ne le répétera jamais assez : Framalistes ne ferme pas ! Vous pouvez toujours gérer vos listes là-bas, ajouter des abonné⋅es, enlever des gestionnaires, demander au support de remettre un gestionnaire privilégié parce que « Oups, on a enlevé le dernier, on ne peut plus administrer notre liste 😅 » ! Framagroupes vient en soutien à Framalistes ! Vous n’avez pas besoin de migrer vers Framagroupes. Vous ne pouvez juste plus créer de nouvelles listes sur Framalistes.

Parce que, l’air de rien, maintenir un service de listes de discussions, ce n’est pas de tout repos ! Chaque jour vient avec son lot de mails bloqués par tel fournisseur de mails, son lot de contournements pour les écouler, alléger un serveur, supprimer les spams, vous débloquer sur le support…

L’équipe s’activant en coulisses – Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Nous ne voulions pas fermer ce service (on vous a dit que Framalistes ne fermait pas ? !) tant il vous est utile et peu disponible sur le web, mais nous ne voulions pas nous esquinter non plus à le maintenir ainsi. C’est pour cela que nous ouvrons Framagroupes : un équilibre entre les fonctionnalités utiles, pour vous, de Framalistes, et un apaisement, pour nous, dans la gestion.

Framagroupes vous permet, tout comme le fait déjà Framalistes depuis des années, d’échanger avec vos camarades, par mails. Grâce au logiciel Sympa (oui oui, c’est bien son nom) qui fait tourner Framalistes et Framagroupes, vous pourrez envoyer un mail à votre-liste@framagroupes.org pour que toutes les personnes abonnées à cette liste le reçoivent et y participent en retour. Bien plus pratique que d’envoyer un mail avec 50 CC (adresses en copies) non cachées (ne faites pas ça chez vous : on ne dévoile pas les adresses mails des gens sans leur consentement).

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

Plaisir d’offrir, joie de recevoir

Les mails, c’est compliqué en tant que fournisseur de service. C’est pour cela qu’il n’existe pas une offre pléthorique de fournisseurs de mails. Si nous avons le plaisir de vous offrir un nouveau service, c’est aussi pour nous assurer que vos mails arriveront à destination.

À force de recevoir du spam sur des listes complètement ouvertes (qu’il n’est plus possible de faire avec Framagroupes, ni avec Framalistes), et donc de renvoyer ces spams sur les adresses mails des membres, notre serveur Framalistes commençait à avoir mauvaise réputation auprès des autres fournisseurs de mails. Cela avait pour conséquence d’empêcher la réception des mails (ce qui est gênant pour une liste de discussions par mails, vous en conviendrez).

Accumulation des mails refusés par les fournisseurs de mail récalcitrants – Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

En-dehors des spams avérés, les anti-spams sont particulièrement sensibles à certains comportements. Aussi, envoyer un mail ne contenant qu’une image (même si c’est celle d’un chaton), un mail qui ne contient qu’un lien (ou, au contraire, trop de liens, même si c’est vers les chatons), un sujet en capitales, l’utilisation de couleurs pour le fond du mail ou les mots, ou encore mettre trop d’adresses en copie (ne faites pas ça chez vous), sont autant de comportements qui rendent notre service suspect aux yeux des gros fournisseurs.

Une autre source de mauvaise réputation : les lettres d’informations (ou newsletter). Framalistes, comme Framagroupes, n’autorise pas les lettres d’information (mais vous le saviez déjà grâce à notre foire aux questions que vous lisez régulièrement et avec entrain) !

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

On est Sympa et il y a des limites

Framagroupes, c’est un nouveau serveur, dont le paramétrage initial a été pensé et réalisé en prenant en compte nos années d’expérience du mail, pour éviter au maximum les soucis (notamment de spams). Parce que le but est de prendre soin de nos services et des personnes qui s’en occupent, nous avons dû mettre dès le lancement des limites supplémentaires à celles de Framalistes.

En commun avec Framalistes :

État des lieux de Framalistes – Illustration de David Revoy CC-By 4.0

 

Limites et règles supplémentaires, sur Framagroupes :

  • pas d’archives
  • suppression des listes sans aucune utilisation depuis un an
  • pas de liste complètement ouverte, c’est-à-dire qui n’est ni limitée aux membres ni modérée
  • liste supprimée si le mail propriétaire / modérateur renvoie automatiquement sur la liste
  • lien de désabonnement dans les pieds de page des mails et les messages d’abonnement
  • pas d’espace de documents
  • pas de conservation des pièces jointes sur Framagroupes (elles ne seront disponibles que dans vos mails)
  • email de rappel d’abonnement à une liste, envoyé une fois par an aux membres
  • désabonnement automatique des adresses mails déclarées comme non existantes

Si nous vous expliquons les raisons de ces limites ci-dessus, sachez qu’à terme nous comptons implémenter les mêmes règles au sein de Framalistes (comme ça, pas de jalousie !).

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

De : betteraves@framalistes.org ; Objet : Collecte !

« Bonjour tout le monde,

Comme vous l’avez vu sur le Framablog, Framasoft vient d’ouvrir Framagroupes en soutien à Framalistes (qui ne ferme pas !). Pour les aider à dorloter les services, je me disais que ce serait une bonne idée de leur faire un don et/ou de faire passer le mot ! Si ce n’est pas possible pour nous, ça le sera peut-être pour d’autres !

Cela fait quand même quelques années que nous pouvons échanger sur la betterave grâce à Framalistes, que la documentation et la foire aux questions nous aident grandement (comme quand on a voulu ajouter un gestionnaire privilégié à la liste), et que le service fonctionne bien grâce à toutes ces petites mains invisibles.

Leur estimation pour cette première année de dorlotage est de 60 000€ : je propose 59 000€ ou 59€ ! La collecte prend fin le 13 juin !

À vous lire.
Betteravement,
Bisous. »

Quand nos donateurs et donatrices se mobilisent – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

 

À la semaine prochaine pour faire le bilan de cette collecte (et on peut déjà vous dire que l’objectif est atteint – un immense merci de votre mobilisation !).

 

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Liens utiles

Dorlotons Dégooglisons : pour des framaservices bichonnés !

Par : Framasoft
30 mai 2023 à 02:49

« Dorlotons Dégooglisons » consiste à prendre soin de nos services en ligne et à mettre en lumière le travail trop peu visible des personnes qui s’en occupent. La collecte en cours nous permettra de voir si ce nouveau cap vous motive autant que nous !

« Dorlotons Dégooglisons »

Consacrer plus de temps et d’énergie à nos services en ligne, c’est un nouveau cap que nous voulons suivre. Et nous pourrons le garder grâce à vous, grâce à vos dons ! En savoir plus sur le site Soutenir Framasoft.

➡️ Lire les articles en lien

Dorlotons Dégooglisons – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Un dorlotage régulier pour nos services en ligne

Nous le savons : nos services « Dégooglisons Internet » ne sont pas parfaits.

Oui, Framadate n’est pas idéal sur mobile (avez-vous essayé de basculer votre smartphone à l’horizontale ?).

Oui, mettre des cellules en gras sur Framacalc n’est pas le plus intuitif (mais si ! Vous voyez en haut « Format » ? Ensuite vous repérez « Polices » et vous choisissez dans la liste « Gras & Italique ». Facile !).

Non, le partage d’administration sur Framaforms n’est pas possible (quoi ? Vous avez vraiment besoin d’être plusieurs à modifier vos formulaires ?).

Bref nous avons en interne une « liste au Père Noël » qui s’allonge au fil des ans… Et c’est normal : certains services « Dégooglisons Internet » vont bientôt fêter leurs 10 ans ! Ces services que vous utilisez tant – vous êtes près de 1,5 million de personnes par mois à naviguer sur nos sites (nous on trouve ça dingue !) – nous ne les oublions pas.

Même si nous les chouchoutons déjà, nous souhaitons en faire encore plus. Nous voulons leur consacrer plus de temps et d’énergie. Et du temps, de l’énergie, ce sont des ressources précieuses, qui ne sont pas gratuites. C’est pour cela que nous avons besoin de vous, et de votre soutien !

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Sortir de l’ombre le travail invisibilisé

Nous souhaitons aussi rendre visible le soin humain apporté à nos services, sans lequel la magie n’opérerait pas ! Un « dorlotage » humain essentiel au bon fonctionnement de nos services, que nous voulons mettre en lumière.

Les envoûtements de la gestion. C’est nécessaire pour toute association : des petites mains s’activent au quotidien pour payer les factures (eh oui, louer des serveurs n’est pas gratuit !), faire du lien avec les îles de notre archipel et orchestrer tous ces esprits volontaires. Du boulot essentiel auquel on ne pense pas en écrivant sur un pad !

Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Les incantations techniques. Que ce soit pour la mise en place d’une belle page d’accueil, pour les mises à jour et en sécurité de services, pour des développements ponctuels ou pour se dépatouiller des problèmes rencontrés avec les géants fournisseurs de mail (calinternets bienvenus dans cette éventualité plus que réaliste !), une expertise technique est indispensable pour le bon fonctionnement de nos services. Sans elle, les services ne dureraient pas !

Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Les enchantements du support. « Pourquoi mon mail met du temps à être reçu ? », si vous n’avez pas trouvé la réponse dans notre documentation ou notre Foire Aux Questions, il vous arrive de contacter notre support. Et derrière toute réponse envoyée par notre support, ce sont des humains et des humaines qui s’activent pour trouver des solutions à vos questions parfois épineuses (processus souvent accompagné de quelques litres de café pour motiver les troupes lors des heures matinales – mais quelle idée de commencer la journée avant midi… !).

Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Le charme de la communication. Nos membres s’activent pour sensibiliser à des outils numériques éthiques, rassurent les inquiet⋅es en rappelant que tout changement prend du temps et, lors d’évènements, prennent plaisir à papoter de leurs militances avec passion (qu’elles concernent la défense du secteur associatif, les communs culturels ou le dernier rapport du GIEC).

Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

 

« Dorlotons Dégooglisons », c’est aussi une manière de financer ce travail de soin à nos services bien trop souvent invisible et pourtant absolument essentiel.

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Du dorlotage grande cuvée pour 2023 !

Dès cette année nous bichonnons nos services en ligne, pour qu’ils puissent durer dans le temps et être plus pratiques pour vous, comme pour nous. Concrètement, voilà ce qui s’est passé cette année en coulisses :

Des réparations. Nous avons passé de nombreuses heures à trouver des solutions pour gérer les spams, que ce soit sur Framaforms, Framagit, ou Framalistes (coucou Orange qui ne laisse toujours pas passer nos mails de façon fluide… !). Nous avons aussi dû séparer Framagit sur 2 machines (la base de données du service devenait trop importante et pénalisait l’ensemble du service…). Pour Framacalc, nous avons dû corriger un bug Ethercalc (le logiciel derrière le service) qui générait un problème de saturation de la mémoire et faisait tomber le service.

Des mises à jour conséquentes. Nous avons (enfin !) pu mettre à jour Framavox en début d’année, vers une version récente particulièrement lourde à gérer pour nous (une mise à jour que nous avions reportée d’un an pour non disponibilité interne…), et nous en avons profité pour mettre mettre un bon coup de pinceau sur la page d’accueil du service. Framateam, Framindmap, Framagenda, Framadrive, Mobilizon.fr, mooc.chatons.org et Framapiaf ont également été mis à jour, corrigeant des bugs ou apportant de nouvelles fonctionnalités.

 

 

Framavox – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

 

Des contributions aux logiciels libres qui font tourner nos services. Nous avons apporté des contributions à différents logiciels libres qui sont en coulisses de nos services – améliorations qui sont maintenant disponibles pour l’ensemble des utilisateur⋅ices de ces logiciels :

Des ouvertures de services. Nous avons ouvert Framaspace, un espace de cloud collaboratif pour petites associations (en savoir plus ici). Enfin, en soutien à un Framalistes archi plein ayant atteint ses limites physiques, nous ouvrons le service Framagroupes (plus d’infos par ici).

Nos dorlotages de l’année vous inspirent ? Vous voulez participer à les rendre possibles ?

Soutenir nos actions de dorlotage

 

Prenons-nous le bon cap ?

Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Prioriser nos services en ligne, c’est le choix que feraient 82 % des 12 664 répondant⋅es à l’enquête lancée l’année dernière, s’iels étaient aux manettes de notre association. Et ça tombe plutôt bien car nous partageons cette envie !

Cette collecte, c’est aussi pour nous une manière de voir si nous prenons la bonne direction. Nous estimons que cette première année de dorlotage coûte 60 000 € (« estimons », car c’est très difficile de chiffrer précisément un travail de soin humain), et nous vous lançons le défi de les récolter en 3 semaines, du 23 mai au 13 juin. La suite ?

  • La semaine prochaine, le 7 juin, nous ouvrons et vous présentons le service Framagroupes.
  • Dans deux semaines, le 13 juin, nous ferons le bilan de ces 3 semaines de collecte.

Vous utilisez nos services en ligne ? C’est parce que d’autres (ou vous !) les ont financés, en nous faisant un don. Vous pouvez, vous aussi, soutenir « Dorlotons Dégooglisons », et nous conforter sur le choix de prendre cette nouvelle direction, celle du soin à nos services et une mise en valeur du travail qu’il demande. D’avance, merci de votre soutien !

Pour relayer ou participer à la collecte, une seule adresse à retenir : soutenir.framasoft.org.

Participer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Liens utiles

Framalistes affiche complet, aidez-nous à ouvrir Framagroupes !

Par : Framasoft
23 mai 2023 à 05:56

Et si on dorlotait un peu nos services Dégooglisons Internet ? Ce travail de soin constant, quotidien, avec des temps forts et des coups de bourre, Framasoft ne peut pas le faire seule. Pour le mener à bien, nous avons besoin de votre soutien.

« Dorlotons Dégooglisons »

Consacrer plus de temps et d’énergie à nos services en ligne, c’est un nouveau cap que nous voulons suivre. Et nous pourrons le garder grâce à vous, grâce à vos dons ! En savoir plus sur le site Soutenir Framasoft.

➡️ Lire les articles en lien

 

Avec 60 000 Framalistes, notre service affiche complet

Commençons par vous rassurer : Framalistes va continuer de fonctionner, le service ne va pas fermer, vos listes resteront bichonnées !

État des lieux sur Framalistes — Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

 

Basé sur le logiciel libre Sympa, ce service vous permet de créer une liste de diffusion. Concrètement, vous obtenez un email de groupe de type « monsupergroupe@framalistes.org » auquel les gens peuvent inscrire leur propre email (vous pouvez bien sûr modérer les inscriptions). Ainsi, chaque personne inscrite à « monsupergroupe@framalistes.org » peut écrire à toutes les autres, juste en envoyant un mail à « monsupergroupe@framalistes.org ». Plus besoin de retenir les emails de tout le monde ou les mettre à jour (pratique, non ?) ! Les membres du groupe gardent le contrôle et peuvent toujours se désinscrire, modérer des messages ou encore mettre à jour l’adresse mail sur laquelle ils recevront les messages du groupe.

Framalistes ne ferme pas : vous pourrez encore continuer de gérer vos listes, envoyer des messages, ajouter ou supprimer des membres (faire vivre votre groupe, quoi !).
La seule chose qui s’arrête dès aujourd’hui, c’est la possibilité de créer une nouvelle liste, un nouvel email de groupe de type monautresupergroupe@framalistes.org.

Nous ne voulons pas laisser les nouveaux arrivant⋅es le bec dans l’eau, et leur dire « c’est fini, c’est complet, allez voir ailleurs ! ». Nous avons donc besoin de votre soutien et vos encouragements pour lancer un nouveau service : Framagroupes.

Contribuer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Framagroupes, le même mais en neuf (et en mieux)

Avec près de 60 000 listes, un million d’utilisateur·ices, et plus de 250 000 emails envoyés chaque jour, le serveur de Framalistes arrive aujourd’hui au maximum de ses capacités. Pourtant nous n’avons pas hésité à le chouchouter et à lui réserver une machine à la hauteur du besoin !

Car en 2023, le besoin de trouver des alternatives aux « Google Groups » (parfois décrits comme « laissés pour morts [EN] ») et autres listes de diffusion des géants du web est toujours aussi grand. Et les structures du numérique éthique qui peuvent en proposer sont peu nombreuses (on pense aux ami·es de RiseUp et leurs 20 000 listes), parce que gérer des emails, c’est lourd, c’est compliqué.

Framalistes est, à notre connaissance, le plus gros service de listes de diffusion libre. Cela ne nous emplit pas d’orgueil, mais d’un sens des responsabilités : il y a un gros besoin, nous savons y répondre, ce n’est pas le moment de s’arrêter.

Nous allons donc, d’ici deux semaines, ouvrir Framagroupes, et continuer de proposer un service éthique de listes de diffusion.

Framagroupes, ce sera comme Framalistes… mais sur un serveur tout neuf. Nous appliquerons aussi dès le départ les leçons apprises avec des années d’expérience sur Framalistes (on ne va pas s’étaler ici, on vous en parle prochainement sur ce blog !).

Framasoft mettant en place Framagroupes grâce aux apprentissages de Framalistes – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

Alors oui, on aurait pu l’appeler « Framalistes 2 »… mais imaginez la confusion quand vous devrez expliquer à votre camarade au téléphone : « non l’adresse c’est monsupergroupe, tout attaché, arobase, oui at si tu veux oui, framalistes2, attention listes au pluriel, non pas d-e-u-x, deux en chiffre, le 2 au dessus du é, quoi, oui tout attaché… point org ! ». Sans vous parler du responsable de notre support, qui à la question « pouvez-vous m’aider avec ma Framalistes » devrait invariablement répondre « c’est une Framalistes tout court ou une Framalistes2 ? » faute de pouvoir consulter une boule de cristal…

Quoi qu’il en soit, avec votre soutien, nous souhaitons pouvoir offrir sur Framagroupes au moins autant de nouvelles listes que celles que nous hébergeons déjà sur Framalistes.

Contribuer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

La collecte « Dorlotons Dégooglisons », pour nous aider à prendre soin des services vieillissants

Que vous regardiez le récent travail de mise à jour et de mise en valeur de Framavox (notre outil pour animer les discussions, votes et décisions de votre collectif), ou l’ouverture d’un nouveau serveur de listes avec Framagroupes, tout cela s’inscrit dans une nouvelle dynamique. Entre nous, nous l’appelons le projet « Dorlotons Dégooglisons ».

Car si vous regardez les 18 services que nous maintenons actuellement, certains existent depuis plus de 10 ans et commencent à accuser leur âge. Maintenir des services, ou en assurer le support, c’est déjà du boulot qu’on assure depuis plus de dix ans. Mais réaliser les grosses mises à niveaux, contribuer à leur amélioration et mettre en valeur leur évolution, ça c’est du Dorlotage !

Tout cela est un travail « de l’ombre », rarement valorisé, alors que l’accumulation de ces tâches demande un temps et des expertises non négligeables. Pour une fois, nous voulons mettre en valeur le coût de ce travail invisible (mais ô combien essentiel) de soin que nous apportons à ces outils financés par vos dons et mis à la disposition de toutes et tous.

Dorlotage version Framasoft – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

 

Nous voulons surtout, sur les années à venir, vous donner un rendez-vous régulier pour faire le point sur les améliorations et contributions aux logiciels des services que nous proposons. Vos réponses à notre enquête de 2022 sont claires : vous aimeriez qu’on consacre de l’énergie à améliorer certains services (voire à leur donner un coup de jeune ?). Ça tombe bien : nous partageons cette envie !

Nous détaillerons nos envies de Dorloter Dégooglisons dans un article prochainement sur ce blog. Mais ne vous attendez pas à un nouveau plan triennal avec rétroplanning, diagramme de Kreuzbein-Field et 46 slides pour faire passer le tout ! L’idée est de, chaque année, prendre le temps de concrétiser des pistes d’améliorations que nous avons déjà identifiées.

Contribuer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

3 semaines de collecte pour savoir si vous soutenez Dorlotons

Framasoft ne vit et n’agit que grâce à vos dons. Nous estimons que cette première année de Dorlotons coûte 60 000 € (« estimons », car c’est très dur de chiffrer précisément un travail de soin), et nous vous lançons le défi de les récolter en 3 semaines, d’ici le 13 juin.

Quand Framasoft estime le coût d’une année de « Dorlotons Dégooglisons » – Illustration de David Revoy – Licence : CC-By 4.0

  • Dès aujourd’hui, nous lançons la collecte et coupons la possibilité de créer de nouvelles listes sur Framalistes afin de préserver la qualité de service pour le million d’inscrit⋅es.
  • La semaine prochaine, nous vous détaillerons nos envies et raisons de Dorloter Dégooglisons.
  • Dans deux semaines (ajoutons un traditionnel « si tout va bien© ») nous ouvrirons et vous présenterons Framagroupes.
  • Dans trois semaines, le 13 juin, nous ferons le point sur l’objectif de 60 000 €.

Notez qu’il n’y a pas de conditionnel : ce boulot est nécessaire, Framasoft fait partie des rares structures à pouvoir le faire, alors nous allons le faire, que l’on atteigne l’objectif ou non. Plutôt que de vous attiser avec un crowdfunding, nous préférons vous faire confiance avec une collecte.

Vous êtes dans une Framalistes et bénéficiez de ce service ? C’est parce que d’autres l’ont financé pour vous, en nous faisant un don. Aujourd’hui, vous pouvez, vous aussi, soutenir les futurs Framagroupes pour des personnes qui seront aussi ravies que vous de trouver un tel outil.

N’hésitez donc pas à partager la page soutenir.framasoft.org autour de vous (et à y faire un don, si vous le pouvez). C’est vraiment une des actions qui compte le plus : prendre le temps et le soin d’expliquer à votre entourage, aux personnes qui vous font confiance, pourquoi c’est important de contribuer à financer l’existence de tels outils, qui respectent leurs libertés et leur intégrité.

Rendez-vous dans 21 jours pour voir si vous nous donnez raison de consacrer des moyens à ce dorlotage et ce soin… d’outils mis en Communs !

Contribuer à la collecte Dorlotons Dégooglisons

 

Liens utiles

L’aventure de la modération – épisode 3

5 janvier 2023 à 02:27

Maiwann, membre de l’association, a publié sur son blog une série de cinq articles sur la modération. Nous les reproduisons ici pour leur donner (encore) plus de visibilité.

Voici le troisième.

Les cas d’étude c’est bien sympa, mais cela ne donne qu’une vision partielle du fonctionnement. Aussi je vais détailler ma montée en compétence sur la modération, et celle du collectif parce que ça fait partie des solutions à mettre en place pour que se soit un boulot le moins délétère possible !

 

Les outils accessibles via Mastodon

Mastodon permet, pour les utilisateurices inscrites chez nous de :
— flouter toutes les images de ce compte (et celles qu’il publiera ensuite) (pratique pour les instances qui hébergent du porno)
— supprimer un message
— limiter la visibilité du compte à ses abonnés seulement
— suspendre le compte sur un temps restreint
— supprimer le compte définitivement
— contacter l’utilisateurice par message privé
— contacter l’utilisateurice par mail
— bloquer un Mastodon entier ( ! !) (aussi appelé instance).

 

Pour les utilisateurices qui ne sont pas chez nous, il est seulement possible de :
— flouter toutes les images de ce compte (et celles qu’il publiera ensuite) (pratique pour les instances qui hébergent du porno)
— limiter la visibilité du compte à ses abonnés
— bloquer le compte
— contacter l’utilisateurice par message privé.

 

Lorsqu’une personne effectue un signalement, nous recevons une notification par mail si :
— la personne faisant le signalement se trouve chez nous
— la personne signalée est chez nous ET que la personne ayant fait le signalement a demandé explicitement à ce que nous le recevions.

 

Les signalements les plus importants à gérer étant évidemment ceux concernant des personnes se trouvant sur notre (instance de) Mastodon et ayant un comportement problématique. Actuellement, la majorité des signalements pour lesquels nous sommes notifiés sont faits par une personne inscrite chez nous à propos de contenus qui se trouvent ailleurs, sans doute pour prévenir les modérateurices de l’autre Mastodon qu’il y a quelque chose à regarder de leur coté.

 

Au fur et à mesure du temps, j’ai l’impression que si les signalements ne sont pas liés à du contenu chez nous, et ne sont pas explicitement problématiques, on peut laisser la responsabilité d’agir aux modérateurices des autres instances.

 

L’important étant de bien s’occuper de ce qui se trouve chez nous. :)

 

Pepper la sorcière et Carrot le chat dorment paisiblement contre un éléphant (un mastodonte) dans une jolie jungle.

My Neighbor Mastodon – CC-BY David Revoy

 

Comment ça se passe ?

Donc une fois la notification par mail reçue, on se connecte à un compte avec les droits de modération (pour certains leur compte personnel, pour d’autres le compte de modération que nous avons créé à la sortie de la charte pour avoir un compte dédié à ce sujet). Nous avons accès à une interface récapitulant le compte concerné, les contenus signalés, le message du signalement expliquant pourquoi il a été effectué (extrêmement important car sinon on perd énormément de temps à comprendre ce qui est reproché) et quelques autres indicateurs (notamment le nombre de signalements déjà effectués, pratique pour repérer les récidivistes).

 

Démarre ensuite dans la grande majorité des cas un travail d’enquête afin de comprendre le contexte. C’est une action extrêmement chronophage mais qui nous permet de savoir si la personne a une façon de se comporter correcte, un peu pénible ou carrément problématique, ce qui va influencer le niveau de sévérité de l’action de modération.

 

Si nous avons de la chance, il suffit de parcourir une dizaine de contenus, mais parfois la personne a partagé des vidéos, et il est nécessaire de regarder l’entièreté de la vidéo pour se rendre compte de son caractère problématique… ou non. C’est comme cela que je me suis retrouvée à regarder vingt minutes d’une vidéo célébrant le Brexit où se trouvaient Asselineau, Nicolas Dupont-Aignan, Florian Philippot. Quel excellent moment.

 

C’est ce travail de contextualisation qui explique pourquoi il est extrêmement important, lorsque vous réalisez un signalement, de mettre le plus de détails possibles : quels sont les contenus incriminés ? Pourquoi pensez-vous que cela mérite une action de modération ? Trop souvent nous avons un signalement composé d’un seul pouet, hors contexte, qui nous oblige à nous y attarder bien plus que si on nous avait fourni des explications détaillées. (Merci pour nous !)

 

Une fois cette contextualisation réalisée, il est temps de se décider… est-ce qu’il y a quelque chose à faire ? Est-ce qu’on supprime les contenus incriminés ? Est-ce qu’on contacte la personne ?

 

À Framasoft nous avons un tchat dédié à la modération, dans lequel nous partageons notre analyse du contexte, le signalement, et nous proposons l’action ou les actions qui nous semblent les plus appropriées. L’idée est de pré-mâcher le travail aux copaines tout en n’ayant pas à porter seul le poids de la décision de la « bonne » action de modération à réaliser.

 

Donc une fois que j’ai une idée de ce qui me semblerait « le mieux » à faire (ou pas), je demande leur avis aux copaines sur ce tchat. Il y a ensuite un petit temps d’attente nécessaire, pas problématique dans la plupart des cas mais très stressant quand la situation revêt un caractère « d’urgence », et que quelques heures comptent (par exemple si quelqu’un commence à se prendre une vague de harcèlement, plus vite on peut la protéger mieux c’est).

 

Si on n’est pas d’accord, on discute, jusqu’à tomber d’accord ou ne pas tomber d’accord et utiliser la règle du « c’est qui qui fait qui décide ». Donc si on se dit « cette personne il faudrait la contacter pour lui expliquer » mais que personne n’a l’énergie de rédiger quelque chose… ben on fait différemment en choisissant une action qui tient compte du niveau d’énergie des modérateurices.

 

Et enfin, on réalise l’action de modération « finale » qui, si elle est technique, est hyper rapide (nonobstant un petit message pour prévenir si on a envie d’en faire un), mais qui si elle est dans la « communication » n’est que le début du chemin !

 

J’espère que cela vous permet de davantage mesurer l’effort invisible qu’est la modération : Recevoir la notification, Identifier le niveau d’urgence, Contextualiser, Synthétiser, Trouver une décision juste, la Soumettre au collectif, Attendre les retours, Discuter, Agir, peut-être Répondre… 9 à 10 étapes qui ne sont vues de personne, excepté si les contenus ou le compte sont purement et simplement supprimés. Il est donc très facile de dire que « rien » n’est fait alors que ça s’active en coulisses.

 

De plus, dans un monde où tout et n’importe quoi est « urgent » autant vous dire que ça n’est pas facile de prendre le temps de décider sereinement d’une action la plus juste possible alors que précisément, cela demande du temps de ne pas réagir sur le coup de l’émotion !

 

L’anonymat des modérateurices

 

Lorsque j’ai débuté la modération, j’avais dans l’idée qu’il était important que les modérateurices soient clairement identifié·es pour qu’il soit plus simple de savoir d’où iels parlent. Non seulement pour savoir si iels sont directement concerné·es par certaines oppressions systémiques, mais aussi pour pouvoir avoir un œil sur leur niveau de déconstruction (ce n’est pas parce qu’on est une meuf et donc qu’on subit le sexisme que cela nous donne un badge « a déconstruit le patriarcat », loin de là).

 

J’en suis complètement revenue, ou plutôt j’ai bougé sur ma position : ce ne sont pas les individus qu’il faut connaitre, mais la position d’un collectif, et savoir si on a envie de faire confiance à ce collectif… ou non !

 

Pourquoi ce changement ? Déjà parce que lors de la vague de harcèlement que nous avons subie à la publication de la charte, la violence était très intense alors que je n’étais pas directement citée : c’était le compte de l’association (@Framasoft@framapiaf.org) qui l’était, et je ne voyais que ce qui tombait dans mon fil ou ce que j’allais voir de moi-même (enfin en étant sous le coup de la sidération, moment où l’on a pas toujours les bonnes pratiques : maintenant je ferme l’ordinateur pour m’éloigner du flot).

 

Si j’étais frustrée de ne pas pouvoir mettre de visage « humain » sur les personnes qui avaient écrit cette charte, j’ai surtout été très protégée par mon anonymat du moment. Et j’ai pu choisir, en mes termes et dans un timing que j’ai choisi, de partager mon ressenti sur la situation (avec l’article intitulé Dramasoft du nom du hashtag utilisé pour l’occasion).

 

Et je me souviens que je savais très clairement que je prenais un grand risque en communiquant sur ma participation à cette charte (et j’ai fait attention à ne pas parler des actions de modération en tant que telle dans un espoir de limiter l’impact). Le fait d’en contrôler la totalité de la publication, quand, sur quel support, auprès de qui, quand je me suis sentie prête, m’a énormément protégée.

 

Je reviens d’ailleurs sur une partie de ce que j’ai énoncé au-dessus, l’importance de

savoir si iels [les modérateurices] sont directement concerné·es par certaines oppressions systémiques

 

Je pense à présent qu’il est très problématique de penser pouvoir regarder un·e individu pour se permettre de juger de si iel ferait un·e bon·ne modérateurice : ce sont les actions et la direction dans laquelle se dirige le collectif qui compte. Nous ne pouvons pas déterminer, de par quelques pouets ou contenus partagés, si une personne est « suffisamment » déconstruite ou non.

 

Pire, cela nous encourage à faire des raccourcis, qui peuvent être d’une violence inouïe. Aussi, il nous a par exemple été reproché de concevoir une charte pour des enjeux de modération dont nous n’avions pas conscience, notamment parce que nous n’avions pas de personnes concerné·es par les oppressions systémiques dans l’équipe (qui seraient composés de mecs cis, het, blancs…).

Déjà c’est faux, car il y a des femmes qui subissent le sexisme qui en font partie (dont moi par exemple !) mais surtout parce qu’il n’est pas possible de savoir quel est le contexte et l’identité de chacun·e des membres, et notamment si certain·es seraient par exemple dans le placard, cachant soigneusement leur identité ou orientation sexuelle.

Rendez-vous compte de la violence, pour quelqu’un qui n’a pas fait son ou ses coming-out, de recevoir de la part d’adelphes qui sont dans le même groupe oppressé qu’elle un message sous entendant qu’elles ne sont pas légitimes puisqu’elles ne sont pas out. La violence est infinie, et je crois que c’est ce qui m’a mise le plus en colère dans cette histoire, car je ne pouvais pas vérifier si des membres étaient touché·es par ces accusations (puisque n’ayant pas fait leur coming-out… vous m’avez comprise).

 

Aussi, à nouveau, je pense que la solution repose sur le collectif, pour pouvoir à la fois s’adresser à quelqu’un tout en protégeant les individus.

À Framasoft, nous avons publié cette charte et ouvert un compte modération derrière lequel chaque membre peut lire les messages, et nous agissons pour des personnes qui nous font confiance. Plus récemment encore, nous avons re-partagé notre vision du monde dans notre manifeste, sans compter les nombreuses conférences et articles de blog qui expliquent comment nous nous positionnons. Si cela ne suffit pas aux utilisateurices, ils peuvent nous bloquer ou aller ailleurs, sans animosité de notre part : nous faisons avec nos petits moyens.

 

Le temps passé

 

Une question qui m’a été souvent posée c’est : Combien de temps vous y passez, à faire de la modération ?

 

Alors déjà il y a une grosse différence de temps passé entre le moment de mise en place de la charte de modération, et maintenant.

 

Lors de la mise en place de la charte et environ un an ensuite, nous étions sur quelques heures par semaine. Actuellement, c’est plutôt quelques heures par mois, et pour des cas moins complexes à gérer (même si on n’est pas à l’abri d’une vague de harcèlement !). Et c’est à mettre au regard du nombre : 1600 utilisateurs actifs chez nous, 11 000 inscrit·es (donc beaucoup de comptes en veille) et 6 millions d’utilisateurs au total sur tout le réseau.

 

Cette immense différence s’expliquer par deux raisons :
– Nous avons viré tous les relous.
– Nous avons fermé les inscriptions, et donc il n’y a plus de nouveaux.

 

Les utilisateurices qui restent sur framapiaf sont celleux qui ne nous demandent pas trop de boulot, et donc on s’en sort bien !

 

Mais je pense que même sur une instance dont les inscriptions restent ouvertes, on doit gagner en tranquillité grâce aux blocages d’instances déjà effectués et à la montée en compétence de l’équipe de modération (si l’équilibre est entretenu pour que les modérateurices restent, ça veut dire que le collectif en prend suffisamment soin !).

 

Note : Si les chiffres d’Olivier Tesquet sont bons (je n’ai pas vérifié), il y a en fait sur Mastodon une bien meilleure façon de modérer que sur Twitter parce que les modérateurices seraient juste… plus nombreuxses ?

 

Mastodon compte aujourd’hui 3615 instances, c’est à dire 3615 politiques de modération potentiellement différentes.
Au passage, ramené au nombre d’utilisateurs actifs, ça fait au moins un modérateur pour 250 mastonautes. Sur Twitter, c’est un pour… 200 000.

Et après ?

C’est l’heure de faire un petit bilan de cette triplette d’articles ! Ce sera dans le prochain épisode !

L’aventure de la modération – épisode 2

30 décembre 2022 à 02:11

Maiwann, membre de l’association, a publié sur son blog une série de cinq articles sur la modération. Nous les reproduisons ici pour leur donner (encore) plus de visibilité.

Voici le deuxième.

Maintenant que je vous ai fait une introduction de six pages, c’est le moment de passer au concret : Comment est-ce que se déroule la modération ?

Les cas simples : les fachos, les mascus, l’extrême-droite

De façon surprenante, j’ai découvert que tout ce qu’il y a de plus délétère sur les réseaux sociaux capitalistes, c’est à dire en résumé : les comptes d’extrême-droite, étaient très simples à modérer.

Nous en avons eu un exemple lors de l’été 2018. Twitter a réalisé une vague de fermeture de comptes de mascus provenant du forum tristement connu de jeuxvideo.com, surnommé le 18-25. Comme souvent, ces personnes crient à la censure (…) et cherchent un réseau social alternatif dont la promesse serait de promouvoir une liberté d’expression leur permettant de dire les atrocités qu’ils souhaitent.

 

Pepper la sorcière et Carrot le chat dorment paisiblement contre un éléphant (un mastodonte) dans une jolie jungle.

My Neighbor Mastodon – CC-BY David Revoy

 

 

Ils débarquent donc sur Mastodon, avec un schéma qui a été le suivant :

1° Première inscription sur le premier Mastodon trouvé

Les 18-25 étant majoritairement francophones, ils se sont retrouvés souvent sur mamot.fr et parfois chez nous en s’inscrivant sur framapiaf.org, parfois sur mastodon.social qui est le Mastodon proposé par le développeur principal.

Nous avons donc pu commencer une première vague de bannissement en suivant les profils des nouveaux inscrits, et leurs premiers contenus qui concourraient au prix de « qui dit les choses les plus atroces ».

Nous avons fermé les inscriptions momentanément pour endiguer le flot, et peut-être avons nous à un moment viré massivement les nouveaux comptes.

 

« Quoi ? ! » vous entends-je dire, « mais c’est en opposition totale avec le point 3 de la charte » !

 

Nous différencions personnes et comportements. Nous modérerons les comportements enfreignant notre code de conduite comme indiqué au point 5, mais nous ne bannirons pas les personnes sous prétexte de leurs opinions sur d’autres médias.

Ma réponse est donc « vous avez raison » suivie d’un « et nous sommes humains donc nous faisons ce que nous pouvons, en commençant par nous protéger ».

Je ne me souviens pas vraiment de notre façon de modérer à ce moment là : avons-nous attendu que chacun poste quelque chose de problématique avant de le virer ? Ou avons-nous agi de façon plus expéditive ? Même si nous étions dans le second cas, nous étions sur un grand nombre de compte qui venaient de façon groupée pour revendiquer une « liberté d’expression » leur permettant de dire des horreurs… Il n’y a à mon avis pas besoin d’attendre que chacune de ces personnes indique quel est sa façon de penser alors qu’elles viennent massivement d’un endroit (le forum de jeuxvideo.com) qui porte une vision de la société délétère.

 

Donc peut-être qu’on n’a pas respecté strictement la charte sur ce moment là, et encore une fois, je préfère protéger les membres de l’association et les utilisateurices en faisant preuve d’un peu d’arbitraire, plutôt que de suivre une ligne rigide.

 

2° S’inscrire sur un autre Mastodon

Après leur premier bannissement, des informations sur le fonctionnement décentralisé de Mastodon ont circulé. Les nouveaux arrivants se sont donc inscrits sur une autre instance, et ont plus ou moins rapidement été bannis une nouvelle fois.

 

C’est alors que des personnes du fédiverse ont expliqué à ces personnes qui se plaignaient de la fameuse « censure » qu’ils pouvaient monter leur propre Mastodon, et y appliquer leurs propres règles.

 

3° Monter une instance Mastodon rien que pour les 18-25

Sitôt dit, sitôt fait, les nouveaux arrivants s’organisent, montent leur Mastodon (soit grâce à leurs compétences techniques, soit grâce à un service qui propose de le faire) et s’y inscrivent tous.

 

Victoire ! Leur instance Mastodon, leurs règles, plus personne ne les bannira !

 

Quand à nous, nous n’avions plus qu’à appuyer sur le bouton « Bloquer l’instance » pour nous couper de ce Mastodon dédié au 18-25. Problème réglé.

 

Alors je ne voudrais pas vous faire croire que cette cohue s’est faite sans effet problématique. Déjà parce que je ne connais pas ses effets sur tous les utilisateurices de Mastodon, mais aussi parce que les 18-25 ont eu le temps de poster des contenus très violents, le point culminant étant une photo de la salle du Bataclan le soir du 13 novembre, remplie de cadavres. Je n’ai pas vu cette image mais un ami de l’association oui, et je maudis notre manque d’expérience pour ne pas avoir pu empêcher qu’il soit confronté à cette image horrible.

 

Mais de façon générale, tous les discours de haine sont vraiment aisés à modérer. Juste : Ça dégage. Fin de la discussion.

 

Là où ça devient difficile, se sont sur les cas qui jouent avec les limites.

 

Cas limites : quand une personne est… pénible

Je pense que c’est ce type de cas qui nous a valu une réputation de « mauvaise modération » : certaines personnes qui ne posaient pas de problème légaux, n’étaient pas agressifs au sens strict du terme ou ne partageaient pas de contenu violent, mais qui étaient… relous.

 

Un peu de mansplanning par ci, une discussion sur un sujet d’actualité avec une position moralisante par là… Bref, tout ce qui fait plaisir à lire (non) sans réellement mériter de couperet de la part de la modération.

 

Nous sommes arrivés à un point où les salariés qui faisaient de la modération avaient masqué le compte depuis leur profil personnel, mais ne se sentaient pas légitimes à le virer de notre Mastodon puisque rien de suffisamment répréhensible n’avait été fait.

 

Maintenant que j’ai un peu de recul, je peux dire que nous avons deux postures possibles dans ce cas, chacune nécessitant un travail de contextualisation lié au compte : quelle description du compte ? Quels contenus partagés ? Dans quelle ambiance est la personne ? Ça n’est pas la même chose si la personne écrit dans sa biographie « Mec cis-het et je vous emmerde » que si il est écrit « Faisons attention les un·es aux autres ».

Bien sûr, rien n’est strictement « éliminatoire », mais chaque élément constitue un faisceau d’indices qui nous pousse nous-même à passer plus ou moins de temps à prendre soin de la personne, de façon équivalente au soin que cette personne semble mettre dans ces échanges sur le média social.

 

Si la personne semble globalement prendre soin, mais a été signalée, nous pouvons décider de rentrer en discussion avec elle. C’est une option intensément chronophage. On pourrait se dire que pour trois messages de 500 caractères, pas besoin d’y passer trop de temps… au contraire !

Autant que possible, chaque message est co-écrit, relu, co-validé avant d’être envoyé, afin de s’assurer que le plus de personnes possibles de l’équipe de modération soient en accord avec ce qui y est écrit, le ton donné… et cela dans un temps le plus réduit possible histoire que l’action de modération ne date pas de quinze jours après le contenu (c’est parfois ce qui arrive). Or les membres de l’équipe sont pour beaucoup bénévoles, ou sinon salarié⋅es avec un emploi du temps très chargé.

Il faut aussi pas mal de relecteurices pour éviter LE truc qui fait perdre trois fois plus de temps : se faire mal comprendre par la personne à laquelle on écrit. Et là… c’est le drame !

 

Une autre option, ressemblant à celle-là mais avec moins de précautions de notre part est d’utiliser notre position d’autorité « Nous sommes la Modération » pour signaler aux personnes que nous comptons sévir en cas de récidive.

 

Cependant, si la personne ne semble pas intéressée par le fait de prendre soin des autres personnes, nous avons une astuce pour ne pas retomber dans le cycle infernal du « est-ce qu’on devrait faire quelque chose ou non ? » : le « ça prend trop d’énergie à l’équipe de modération ».

 

Cependant, nous bannirons toute personne ayant mobilisé de façon répétée nos équipes de modération : nous voulons échanger avec les gens capables de comprendre et respecter notre charte de modération.

En effet, c’est un indicateur qui nous permet de ne pas « boucler » trop… si l’on est plusieurs à se prendre la tête sur un signalement, alors que notre énergie serait mieux ailleurs… alors on décide souvent que cela suffit pour mériter un petit message disant en gros « Bonjour, vous prenez trop de temps à l’équipe de modération, merci d’aller vous installer ailleurs ». Cela nous a sorti de maintes situations délicates et c’est une félicité sans cesse renouvelée que de pouvoir citer cette partie de la charte.

 

Cas limites : quand la revendication est légitime

Autre cas compliqué à gérer : les différents moments où les personnes ont une revendication dont le fond est légitime, mais où la forme fait crisser les dents.

 

Par exemple, revenons sur la réputation de Framapiaf d’avoir une mauvaise modération (ou une absence de modération ce qui revient au même).

 

Clarifions un instant les reproches qui me semblent étayées de celles pour lesquelles je n’ai pas eu de « preuve » :

— Il a été dit que nous ne faisions pas de modération, voire que nous ne lisions pas les signalements : c’est faux.

— Par contre, comme expliqué dans le cas au-dessus, nous n’étions pas outillés et expérimentés pour gérer des cas « limites » comme ceux au-dessus qui ont entraine une pénibilité dans les interactions avec de nombreuxses utilisateurices.

 

Nous avions donc bien un manque dans notre façon de faire de la modération. Si vous avez déjà les explications du « pourquoi », je tiens à dire que cela ne nous empêche pas de nous rendre compte que cela a été pénible pour d’autres utilisateurices.

 

Cependant, la façon dont le problème nous a été remonté l’a été de façon souvent agressive, parfois violente car insinuant des choses à propos de nos membres (qui ne seraient que des personnes non concernées par les oppressions… et c’est faux !).

 

Aussi, comment traiter ce sujet, qui porte des valeurs avec lesquelles nous sommes aligné·es (protéger les personnes des relous, facile d’être pour…) mais qui dans le même temps, nous agresse également ? Et comment faire cela sans tomber dans le tone policing, argument bien trop utilisé pour couper court à un débat en tablant sur la forme plutôt que le fond ?

 

Tone-policing : littéralement « modération du ton ». Comportement visant à policer une discussion ou un débat en restreignant ou en critiquant les messages agressifs ou empreints d’une forte charge émotionnelle.

 

Voici mon point de vue : au vu de notre petite taille, nos faibles capacités humaines (des salariés qui font mille choses, des bénévoles), que notre structure est à but non lucratif (donc n’est pas là pour faire du bénéfice pour enrichir quelqu’un) et notre posture d’écoute que nous essayons d’équilibrer avec notre énergie disponible, il n’est pas OK de mal nous parler sauf cas exceptionnel.

Alors bien sûr les cas exceptionnels, ça se discute, ça se débat, mais en gros, à part si nous avons sérieusement blessé quelqu’un de par nos actions, il est possible de nous faire des critiques calmement, sans faire preuve de violence.

 

Et dans un souci d’équité, nous faisons l’effort de creuser les arguments de fond quand bien même la forme ne nous plait pas, afin de vérifier si les reproches que nos recevons sont des critiques avec de la valeur et de l’agressivité, ou seulement de l’agressivité.

 

Cela peut vous sembler étrange de passer du temps là-dessus, mais tant que vous n’êtes pas dans l’association, vous ne vous rendez pas compte de la quantité de gens qui la critiquent. Chaque semaine, des personnes nous signalent par exemple qu’elles sont désespérées par notre utilisation de l’écriture inclusive alors que nous l’utilisons depuis plus de quatre ans. Ou régulièrement parce que nous sommes trop politiques. Alors oui, des reproches agressifs nous en avons régulièrement, mais des critiques constructives, c’est malheureusement bien plus rare.

 

Donc que faire face à cela ? Eh bien mettre le soin au centre pour les personnes qui reçoivent les agressions. Alors encore une fois, je ne parle pas de soutenir les méchants oppresseurs agressifs envers qui on serait en colère, il ne s’agit pas de ça. Il s’agit de réussir à voir chez une personne de notre archipel qu’elle a fait une erreur, tout en prenant soin de l’humain qui a fait cette erreur.

 

Nous voulons prendre soin : de nous, d’autrui, et des Communs qui nous relient

 

Parce que personnellement j’ai vu que se faire agresser alors que l’on fait honnêtement de son mieux n’entraine qu’un repli sur soi, coupant la personne de son désir de contribuer à un monde meilleur, parce qu’elle a été trop blessée.

 

Et bien sûr, l’équilibre entre protéger les personnes blessées et celles qui blessent sans le vouloir est extrêmement difficile à tenir. Il faut donc réussir à faire preuve de franchise : oui, là, tu ou on aurait pu faire mieux. À partir de maintenant, comment on fait pour que se soit possible de faire mieux ?

 

Inutile de dire que non seulement ça prend du temps, mais c’est aussi carrément risqué, car on peut se mettre à dos par effet domino tout le groupe dont les membres exprimaient directement cette agressivité, ou indirectement par du soutien aux contenus en questions. Que du bonheur !

 

Les autres cas…

 

Alors oui il y a des robots, mais ça c’est un peu pénible mais vite résolu.

 

Il y a aussi des spécificités liées à Mastodon : comment gérer des contenus qui sont sur un autre Mastodon, auquel vous êtes connectés, et qui sont illégaux dans votre pays mais légaux dans d’autres ? On prend souvent l’exemple dans ce cas du lolicon : les dessins « érotiques » représentant des mineures sont autorisés et courants au Japon, mais interdits en France. Il faut y penser !

 

Enfin un autre cas que vous avez en tête est peut-être le contenu pornographique. Nous n’en faisons pas grand cas ici : nous demandons à ces comptes de masquer par défaut leurs images (une fonctionnalité de Mastodon qui permet de publier la photo floutée et de la rendre nette sur simple clic) et idéalement de rajouter un #NSFW (Not Safe for Work) pour simplifier leur identification.

 

La suite

 

J’espère que ces cas un peu concrets vous permettent de mieux vous rendre compte des interstices qui complexifient le travail de modération. Mais du coté fonctionnement collectif, comment ça se passe ? Je vous raconte ça dans l’article numéro 3 la semaine prochaine.

L’aventure de la modération – épisode 1

23 décembre 2022 à 02:05

Maiwann, membre de l’association, a publié sur son blog une série de cinq articles sur la modération. Nous les reproduisons ici pour leur donner (encore) plus de visibilité.

Voici le premier.

Il me semble que mon parcours rassemble plusieurs spécificités qui me permettent d’analyser sous un angle particulier les différentes particularités de la modération :

  • Je suis une femme féministe, et une “geek”,
  • Je suis de gauche (= progressiste), et soutiens tous les mouvements pour plus de justice sociale,
  • Je suis conceptrice d’outils numériques, donc je connais le pouvoir que nous avons lorsque nous créons un produit numérique,
  • Je suis critique du numérique, et notamment du numérique capitaliste (de son petit nom, capitalisme de surveillance). J’enrichis cette réflexion grâce aux discussions que nous avons au sein de l’association Framasoft dont je suis membre bénévole.
  • J’ai fait de la modération pour un réseau social et ce réseau social n’était pas capitaliste.

 

Pepper la sorcière et Carrot le chat dorment paisiblement contre un éléphant (un mastodonte) dans une jolie jungle.

My Neighbor Mastodon – CC-BY David Revoy

 

C’est parti !

3615 ma vie : d’où je parle

Un ordi dès l’enfance

J’ai toujours été utilisatrice d’ordinateurs.
J’ai retrouvé récemment des photos d’un Noël où j’avais peut-être 4 ou 5 ans et où j’ai eu le droit à un ordinateur format jouet, le genre de trucs qui doit faire des chansons ou proposer des mini-jeux en répétant les mêmes phrases à voix robotique à longueur de journée. Quand j’ai vu cette image, j’ai tout de suite pensé à cette courbe qui montre que l’intérêt des enfants pour l’informatique est similaire pour les filles et les garçons… jusqu’au moment où l’on offre des ordinateurs aux petits garçons et pas aux petites filles.

La courbe montre le pourcentage de femmes diplômées dans quatre sections : médecine, droit, physique, informatique, qui augmente au fur et à mesure du temps. Mais on observe un décrochage des diplômées en informatique juste après que l’ordinateur soit promu comme un jouet pour les garçons.

Or, j’ai eu la chance d’avoir une petite sœur, aussi pas de compétition genrée au sein de la fratrie. Par la suite en 1999 nous avons déménagé en Polynésie Française et dans notre chambre d’enfants nous avions un ordinateur, un Windows 98 que nous pouvions utiliser pour jouer à de nombreux jeux vidéos avec bonheur.

Internet n’était qu’une possibilité très lointaine, réservée à mon père qui parfois tentait de m’aider à me connecter pour pouvoir accéder aux jeux de réseau… mais ça n’a jamais fonctionné (peut-être dû au décalage horaire de douze heures avec l’hexagone, je ne le saurai jamais !).

Une fois de retour en France hexagonale, mon père qui était le technicien de la maison, décède. Ma mère n’étant absolument pas intéressée par le sujet, je deviens l’informaticienne de la maison : c’est souvent moi qui installe les logiciels (par exemple le Scrabble pour jouer en ligne), qui sait comment libérer de la place sur l’ordinateur en désinstallant des logiciels (parce que je le faisais souvent sur le Windows 98, j’avais donc déjà de la pratique).

Dans mon milieu familial, si personne n’est admiratif de mes bidouilles, personne ne m’empêche de les faire et je deviens assez vite autonome. De plus, le collège porte un projet de numérisation et on offre aux 4ᵉ et aux 3ᵉ un ordinateur portable. Il est difficile de se connecter à Internet, il n’y a pas de Wifi, mais cela me permet déjà de jouer, de regarder des films de façon indépendante, bref encore plus d’autonomie pour moi !

Un début de pratique collective du numérique (forums, skyblogs, réseaux sociaux).

Plus tard au lycée, l’accès internet est plus simple (on a du wifi !) et je traine sur des forums notamment liés aux génériques de dessins animés (oui c’est un de mes trucs préférés de la vie, je ne sais toujours pas pourquoi). J’ai souvenir d’être déjà pas mal méfiante, assez poreuse aux discours de “on ne sait pas qui nous parle sur Internet”. C’est le grand moment des skyblogs, qu’on ouvre en deux clics pour raconter sa vie (quel bonheur !). Et enfin, c’est l’arrivée de Facebook qui devient un outil très répandu.

Si je n’ai pas de souvenirs de harcèlement via les réseaux sociaux, je me souviens déjà d’une pression sociale pour s’y inscrire. Nous organisions toutes nos sorties cinéma, anniversaires, soirées via les évènements Facebook, et l’une de nos amies n’y était pas inscrite… nous oubliions de la prévenir systématiquement. =/

Pour la suite je vous la fais rapide, je vieillis, c’est le temps des études que j’oriente d’abord malgré moi vers le design web (j’avais envie de faire des dessins animés mais j’étais pas assez bonne dessinatrice !).


Le début d’un lien entre politique et numérique

Je prends conscience du pouvoir mêlé à l’enfer de l’instantanéité des réseaux sociaux en 2015, au moment des attentats de Charlie Hebdo : je suis fébrilement l’actualité via le hashtag… avant de voir une vidéo de meurtre et de fermer lentement mon ordinateur, horrifiée par ce que je viens de voir. C’est une période où je fais “connaissance” avec les discours islamophobes qui superposent les raccourcis.

Je ne suis, à l’époque, pas très politisée, mais pas à l’aise avec ces discours… jusqu’à ce que je fasse connaissance avec une personne qui a un discours que je trouve très juste sur ce sujet (il doit me faire découvrir le concept d’islamophobie, ce qui est déjà pas mal). Et il s’avère que cette personne étant également dans la mouvance du logiciel libre : je découvre alors un monde numérique qui a une intention éloignée de celles du capitalisme, et notamment l’association Framasoft.


Alternatif, vous avez dit alternatif ?

Je découvre donc ce monde numérique alternatif, ou “libre” et au bout de quelques années, un réseau social alternatif : début 2018, alors que j’utilise beaucoup Twitter, une alternative nommée Mastodon se lance. Je m’y inscris, et l’utilise peu, avant de m’y constituer un petit réseau qui me fait y rester (autant que sur Twitter).

Les années passent encore, nous sommes en 2019 et on me propose de rejoindre Framasoft, ce que j’accepte ! Je découvre un collectif qui développe une réflexion très poussée sur ce qu’il y a de délétère dans la société et notamment le numérique, et qui propose des alternatives émancipatrices.

Lorsque je rejoins l’association, au printemps 2019, un sujet est brûlant au sein de l’asso comme à l’extérieur : la modération du réseau social Framapiaf.


Framapiaf ? Mastodon ? Kezako ?

En 2017, un réseau social alternatif commence à faire parler de lui : il s’agit de Mastodon.

Ce réseau social a un fonctionnement un peu particulier : il est décentralisé, en opposition a plein d’autres réseaux sociaux, notamment les réseaux capitalistes, qui sont eux tous centralisés : Il y a 1 Facebook, 1 Twitter, 1 Instagram, 1 TikTok… etc.

Pour comprendre en moins de deux minutes le concept, je vous laisse regarder cette petite vidéo, sous-titrée en français :  https://framatube.org/w/9dRFC6Ya11NCVeYKn8ZhiD 

Il y a donc une multitude de Mastodon, proposés par une multitude de personnes, associations ou entreprises différentes.
Mais ces Mastodon sont tous connectés les uns aux autres, ce qui permet que les personnes inscrites sur le Mastodon de Framasoft peuvent tout à fait discuter avec des personnes inscrites sur les Mastodon d’autres associations, exactement comme pour les mails ! (si vous avez un mail en @orange.fr et moi un mail en @laposte.net, nous pouvons nous écrire).

Cette spécificité de fonctionnement a plusieurs intérêts, et une grand influence sur les possibilités de modération. Par exemple :

— Le modèle économique de chaque Mastodon est choisi par la structure qui le porte. Chez Framasoft par exemple, se sont les dons qui permettent de tout faire tourner.

— Les règles de modération de chaque Mastodon sont choisies par la structure qui le porte. Aussi, c’est à elle de définir ce qu’elle accepte ou n’accepte pas, en toute indépendance.

— Si les règles ou le modèle économique d’un Mastodon ne vous conviennent pas, vous pouvez… déménager sur un autre Mastodon, tout simplement !


Quel était le problème avec la modération ?

Il faut savoir que Framasoft, entre 2014 et 2019 lançait en moyenne un service par mois (framapad, framadate, framaforms…). Elle a donc lancé Framapiaf pour participer à la promotion du réseau social, sans prendre particulièrement en compte la nécessité de gérer les interactions qui se dérouleraient sur ce média social.

L’association n’était à l’époque composée que de huit salarié·es pour plus de quarante services proposés, des conférences  réalisées, des interventions médias, des billets de blog, des campagnes de dons et financement participatif… bref, l’existence du réseau social n’était qu’un petit élément de cet univers, et sa modération un sous-élément en plus de l’aspect technique…

Je parle des interactions et non pas de la modération car sur d’autres services, les salariés géraient déjà de la modération de contenu : images violentes, notamment de pédopornographie… Mais cela impactait uniquement les salariés et ne se propageait pas vers l’extérieur, donc restait du travail totalement invisible.

Or, avec Framapiaf, s’il y avait des contenus problématiques qui étaient diffusés, ils n’impactaient pas seulement les salariés qui faisaient la modération mais aussi leurs destinataires, et potentiellement tous les usagers du média social.

Aussi de nombreuses utilisatrices ont signalé à l’association (parfois violemment, j’y reviendrais) que l’état de la modération leur semblait insuffisant, et que des personnes avaient des interactions problématiques avec iels.

Les salariés n’ayant pas la disponibilité pour gérer pleinement ce sujet, ce sont des bénévoles qui s’en sont chargés.


Avant la charte : Un flou qui crée des tensions


Recette pour abimer des modérateurices

En effet, jusqu’à présent quelques salarié·es de l’association géraient la modération avec les moyens du bord, étaient souvent seuls à s’occuper des signalements dans leur coin, alors que cette tâche est particulièrement complexe.

 

Pourquoi complexe ? Parce que lorsque l’on est modérateurice, et qu’on souhaite faire un travail juste, notre notion de ce qui est juste est sans cesse réinterrogée.

 

Déjà dans l’analyse de la situation : Est-ce que la personne qui a posté ce contenu l’a fait en sachant sciemment qu’elle risquait de blesser quelqu’un, ou non ?

 

Dois-je lui donner le bénéfice du doute ? Est-elle agressive ou seulement provocante ? Est-ce qu’on doit agir contre une personne provocante ? Est-ce que ce contenu est vraiment problématique, ou est-ce que c’est moi qui me suis levé·e du mauvais pied ? Qui suis particulièrement sensible à cette situation ?

 

Ensuite dans les actions à effectuer : dois-je supprimer ce contenu ? Supprimer ce compte ? Prévenir la personne pour lui expliquer le pourquoi de mes actions, par transparence ? Comment cela va-t-il être reçu ? Quel est le risque de retour de flammes pour moi ? Pour l’association ?

 

Et le meilleur pour la fin : on se sent seul responsable lorsque des personnes extérieures viennent critiquer, parfois violemment, la façon dont la modération est réalisée.

 

Il n’y a aucune réponse universelle à ces questions. Ce qui simplifie, en général, le processus de modération, c’est :

— un collectif qui permet de prendre une décision collégiale (ce qui évite de faire reposer une décision difficile et ses conséquences sur un seul individu)

— une vision politique qui facilite d’autant ces prises de décisions.

Nous avons une chance immense à Framasoft, c’est que toutes les personnes actives au sein de l’association sont très alignées politiquement (ça se sent dans le manifeste que nous venons de publier). Mais il n’y avait pas de collectif de modérateurices pour traiter ces questions et prendre les décisions qui sont les plus dures : celles pour les situations qui se trouvent “sur le fil”.


Structurer un groupe de modérateurices pour s’améliorer

J’arrive donc à Framasoft avec l’envie d’aider sur le sujet de la modération, qui est instamment priorisé par le directeur de l’association au vu du stress dans lequel étaient plongés les salariés-modérateurs.

Nous sommes un petit groupe (trois personnes) à proposer de rédiger une charte qui transposera notre vision politique en discours lisible, sur laquelle nous pourrons nous appuyer et nous référer pour expliciter nos choix de modération futurs et trancher des situations problématiques qui ont profité d’un flou de notre politique de modération.

Nous n’avons pas de débat majeur, étant assez alignés politiquement ; c’est la rédaction de la charte qui a été la plus complexe, car nous étions deux sur trois à être novices en modération, nous ne savions donc pas précisément ce qui nous
servirait dans le futur. La charte est disponible sur cette page et a été publiée le 8 juillet 2019.


Publication de la charte

Donc une fois la charte réalisée, il a fallu la poster.

Et là.

J’ai déjà raconté en partie ce qui s’est passé sur un précédent billet de blog nommé Dramasoft, du nom du hashtag utilisé pour parler de la vague de réactions suite à cette publication.

Pour résumer, nous avons subit une vague de harcèlement, de la part de personnes directement touchées par des oppressions systémiques (ça fait tout drôle). Il s’agit d’un type particulier de harcèlement donc je reparlerai : il n’était pas concerté. C’est à dire que les personnes ayant contribué au harcèlement ne l’ont pas fait de façon organisée. Mais l’accumulation de reproches et d’accusations a exactement le même effet qu’une vague de harcèlement opérée volontairement.

 

D’ailleurs pour moi, elle était pire qu’une vague de masculinistes du 18-25 que j’avais vécu un an auparavant. Car il est bien plus facile de les mettre à distance, en connaissant les mécanismes utilisés et leurs méthodes d’intimidation. Ce n’est pas la même chose de se faire harceler par des personnes qui sont dans le même camp que nous. Et je n’ai pas réussi à créer de la distance, en tout cas sur le moment (maintenant j’ai compris que les façons de communiquer comptaient !).

La charte

Je reviens sur ses différents articles :

1 — Cadre légal

Nous sommes placé·e⋅s sous l’autorité de la loi française, et les infractions que nous constaterons sur nos médias pourront donner lieu à un dépôt de plainte. Elles seront aussi modérées afin de ne plus apparaître publiquement.

Cela concerne entre autres (sans être exhaustif) :

— l’injure
— la diffamation
— la discrimination
— les menaces
— le harcèlement moral
— l’atteinte à la vie privée
— les appels à la haine
— La protection des mineurs, en particulier face à la présence de contenu à caractère pornographique (Loi n° 98-468 du 17 juin 1998 — Article 227-22-1 et Article 227-23 du code pénal).

Alors respecter la loi, ça peut sembler bête de le rappeler, mais ça nous permet de faire appel à un argument d’autorité qui peut être utile lorsqu’on n’a pas envie de faire dans la dentelle.


2 — Autres comportements modérés

Ici nous avons fait en sorte d’être, autant que possible, “ceinture et bretelles” pour rendre explicites que nous trouvons ces différents comportements problématiques. Et si vous avez l’impression qu’il s’agit parfois de choses évidentes, eh bien sachez que ça n’est pas le cas pour tout le monde.

Nous n’accepterons pas les comportements suivants, qui seront aussi modérés :

— Envoyer des messages agressifs à une personne ou à un groupe, quelles que soient les raisons. Si on vous insulte, signalez-le, n’insultez pas en retour.

Permet de ne pas tomber dans le “mais c’est pas moi c’est lui qui a commencé”.

—  Révéler les informations privées d’une personne. Dévoiler ses pseudonymes et les caractères de son identité est un choix personnel et individuel qui ne peut être imposé.

Ici par exemple, on explicite clairement un comportement qui n’a rien de répréhensible en soi (c’est pas interdit de donner des infos sur une personne !) mais qu’on sait avoir des effets délétères sur les personnes visées (si on donne le numéro de téléphone ou l’adresse d’une personne, même si rien ne se passe ensuite, il y a a minima la peur d’être contacté·e par des inconnus qui est vraiment problématique).

 

— Insister auprès d’une personne alors que cette dernière vous a demandé d’arrêter. Respectez les refus, les « non », laissez les gens tranquilles s’iels ne veulent pas vous parler.

On rappelle la base de la notion de consentement, ce qui permet aussi d’encourager les utilisateurices à poser leurs limites si elles souhaitent arrêter un échange.

 

— Tenir des propos dégradants sur les questions de genre, d’orientation sexuelle, d’apparence physique, de culture, de validité physique ou mentale, etc. et plus généralement sur tout ce qui entretient des oppressions systémiques. Si vous pensiez faire une blague, sachez que nous n’avons pas d’humour sur ces questions et que nous ne les tolérerons pas. Dans le doute, demandez-vous préalablement si les personnes visées vont en rire avec vous.

 

Ici, petit point “oppression systémique” aussi résumable en “on est chez les woke, déso pas déso” ; de plus on coupe court à toute tentative de négocier par un prétendu “humour”.

 

— Générer des messages automatiques de type flood, spam, etc. Les robots sont parfois tolérés, à condition d’être bien éduqués.

Les bots pourquoi pas mais selon ce qui nous semble être “une bonne éducation” et oui c’est totalement arbitraire. :)

 

— Partager des émotions négatives intenses (notamment la colère), en particulier à l’égard d’une personne. Les médias sociaux ne sont pas un lieu approprié pour un règlement de compte ou une demande de prise en charge psychologique. Quittez votre clavier pour exprimer les émotions intenses, trouvez le lieu adéquat pour les partager, puis revenez (si nécessaire) exposer calmement vos besoins et vos limites.

Ici on partage notre vision des réseaux sociaux : Ils ne permettent pas d’avoir une discussion apaisée, ne serait-ce que parce qu’ils limitent grandement le nombre de caractères et par là même, la pensée des gens. Donc si ça ne va pas, si vous êtes en colère, éloignez-vous-en et revenez quand ça ira mieux pour vous.

 

— Participer à un harcèlement par la masse, inciter à l’opprobre général et à l’accumulation des messages (aussi appelé dog piling). Pour vous ce n’est peut-être qu’un unique message, mais pour la personne qui le reçoit c’est un message de trop après les autres.

Ici on place la différence entre une action et l’effet qu’elle peut avoir sur les personnes. En effet, si le harcèlement organisé est facile à imaginer, on se rend moins compte de l’effet que peut avoir un flot de messages envoyé à une personne, quand bien même les expéditeur·ices ne se sont pas coordonnés pour générer une vague de harcèlement… le ressenti final est similaire : on reçoit des tonnes de messages propageant de la colère ou des reproches, alors qu’on est seul·e de l’autre coté de l’écran.

 

— Dénigrer une personne, un comportement, une croyance, une pratique. Vous avez le droit de ne pas aimer, mais nous ne voulons pas lire votre jugement.

On conclut avec une phrase plus généraliste, mais qui nous permet d’annoncer que le réseau social n’est pas là pour clamer son avis en dénigrant les autres.


3 — Les personnes ne sont pas leurs comportements

Nous différencions personnes et comportements. Nous modérerons les comportements enfreignant notre code de conduite comme indiqué au point 5, mais nous ne bannirons pas les personnes sous prétexte de leurs opinions sur d’autres médias.

Nous changeons et nous apprenons au fil de notre vie… aussi des comportements que nous pouvions avoir il y a plusieurs années peuvent nous sembler aujourd’hui complètement stupides… Cette phrase est donc là pour annoncer que, a priori, nous aurons une tolérance pour les nouveaux arrivants et nouvelles arrivantes.

Cependant, nous bannirons toute personne ayant mobilisé de façon répétée nos équipes de modération : nous voulons échanger avec les gens capables de comprendre et respecter notre charte de modération.

Cette phrase est parmi celles qui nous servent le plus : à Framasoft, ce qui nous sert de ligne de rupture, c’est l’énergie que nous prend une personne. Quand bien même ce qui est fait est acceptable du point de vue de la charte, si nous sommes plusieurs à nous prendre la tête pour savoir si oui, ou non, les contenus partagés méritent une action de modération… Eh bien c’est déjà trop.

Après tout, nous avons d’autres projets, l’accès à nos services est gratuit, mais il n’y a pas de raison de nous laisser
vampiriser notre temps par quelques utilisateurs qui surfent sur la frontière du pénible.


4 — Outils à votre disposition

Nous demandons à chacun⋅e d’être vigilant⋅e. Utilisons les outils à notre disposition pour que cet espace soit agréable à vivre :

 

Si quelqu’un vous pose problème ou si vous vous sentez mal à l’aise dans une situation, ne vous servez pas de votre souffrance comme justification pour agresser. Vous avez d’autres moyens d’actions (détaillés dans la documentation)

  • fuir la conversation,
  • bloquer le compte indésirable,
  • bloquer l’instance entière à laquelle ce compte est rattaché (uniquement disponible sur Mastodon),
  • signaler le compte à la modération.

Copie d’écran d’un signalement sur Framapiaf

Une partie de l’action des modérateurices est de faire (ce que j’appelle personnellement) “la maîtresse”. J’ai plusieurs fois l’impression de me faire tirer la manche par un enfant qui me dirait “maîtresse, untel est pas gentil avec moi”. J’y reviendrai, mais c’est pour cela que nous listons les façons d’agir : pour que dans les cas mineurs, les personnes puissent agir elles-mêmes. Déjà parce que se sera toujours plus rapide, que cela permet à la personne de faire l’action qu’elle trouve juste, et puis parce que ça permet de ne pas nous prendre du temps pour des cas qui restent des petites prises de bec individuelles.

 

— Si quelqu’un vous bloque, entendez son souhait et ne cherchez pas à contacter cette personne par un autre biais, ce sera à elle de le faire si et quand elle en aura envie.

 

Petit point consentement, ça fait pas de mal.

 

— Si vous constatez des comportements contraires au code de conduite menant des personnes à être en souffrance, signalez-le à la modération afin de permettre l’action des modérateurs et modératrices. Alerter permet d’aider les personnes en souffrance et de stopper les comportements indésirables.

 

Il ne nous est pas possible d’être pro-actif sur la modération, pour deux raisons simples :

1. On a autre chose à faire que passer notre temps à lire les contenus des un·es et des autres.

2. Nous avons nos propres comptes bloqués, masqués, et nous ne sommes pas au sein de toutes les conversations. Aussi il n’est pas possible de tout voir (et de toute façon, ça nous ferait bien trop de boulot !).

 

— S’il n’est pas certain qu’une personne est en souffrance, mais que les comportements à son égard sont discutables, engagez la conversation autour de ces comportements avec chacune des personnes concernées, dans le respect, afin d’interroger et de faire évoluer votre perception commune des comportements en question.

 

Petit point : chacun·e peut être médiateurice, il n’y a pas que les modérateurices qui doivent le faire. J’insiste sur ce point,
car on a tendance à créer une dichotomie entre “les utilisateurs” qui peuvent faire preuve d’immaturité, et les modérateurices qui eux seraient paroles d’évangile ou au moins d’autorité. Il est dommage de ne pas avoir davantage de personnes qui se préoccupent d’un entre deux où elles pourraient ménager les 2 parties afin que chacun·e clarifie pacifiquement sa position, ce qui permettrait sûrement d’éviter les actions de modération.

 

— Dans le cadre du fediverse (Framapiaf, PeerTube, Mobilizon,…), vous pouvez également masquer un compte (vous ne verrez plus ses messages dans votre flux mais vous pourrez continuer à discuter avec la personne). Vous pouvez aussi bloquer un compte ou une instance entière depuis votre compte : à ce moment, plus aucune interaction ne sera possible entre vous, jusqu’à ce que vous débloquiez.

 

Référez-vous à la documentation sur les façons de signaler et se protéger suivant les médias utilisés.

 

Et pour conclure, on donne d’autres indications sur la façon de s’auto-gérer sur une partie de la modération.

5 — Actions de modération

Lorsque des comportements ne respectant pas cette charte nous sont signalés, nous agirons dans la mesure de nos moyens et des forces de nos bénévoles.

Les outils de modération à notre disposition dans Framapiaf

Dans certains cas, nous essayerons de prendre le temps de discuter avec les personnes concernées. Mais il est aussi possible que nous exécutions certaines de ces actions sans plus de justification :
— suppression du contenu (des messages, des vidéos, des images, etc.)

— modification (ou demande de modification) de tout ou partie du contenu (avertissement de contenu, suppression d’une partie)

— bannissement de compte ou d’instance, en cas de non-respect des CGU (usage abusif des services) ou de non-respect de cette charte.

N.B. : dans le cadre du fediverse (Framapiaf, PeerTube, Mobilizon, etc.), nous pouvons masquer les contenus problématiques relayés sur notre instance, voire bloquer des instances  problématiques, mais non agir directement sur les autres instances.

La modération est effectuée par des bénévoles (et humain⋅es !), qui n’ont pas toujours le temps et l’énergie de vous donner des justifications. Si vous pensez avoir été banni⋅e ou modéré⋅e injustement : nous sommes parfois injustes ; nous sommes surtout humain⋅e⋅s et donc faillibles. C’est comme ça.

Utiliser nos services implique d’accepter nos conditions d’utilisation, dont cette charte de modération.

Nous faisons ici un récapitulatif des différents pouvoirs que nous avons et surtout que nous n’avons pas :

— le fonctionnement de Mastodon fait que nous pouvons discuter avec des personnes qui ne sont pas inscrites chez nous : nous ne pouvons donc pas supprimer leurs comptes (mais nous pouvons couper leur communication avec nous) ;

— nous sommes principalement des bénévoles, et de ce fait notre temps et énergie est limitée. Aussi, souvent, alors que nous aimerions discuter posément avec chacun·e pour expliquer les tenants et les aboutissants d’une situation… nous n’en avons simplement pas l’énergie, alors nous allons au plus simple. Et c’est frustrant, c’est injuste, mais c’est l’équilibre que nous avons trouvé.

6 — En cas de désaccord

Si la façon dont l’un de nos services est géré ne vous plait pas :

 

— Vous pouvez aller ailleurs.

— Vous pouvez bloquer toute notre instance.

Framasoft ne cherche pas à centraliser les échanges et vous trouverez de nombreux autres hébergeurs proposant des services similaires, avec des conditions qui vous conviendront peut-être mieux. Que les conditions proposées par Framasoft ne vous conviennent pas ou que vous ayez simplement envie de vous inscrire ailleurs, nous essaierons de faciliter votre éventuelle migration (dans la limite de nos moyens et des solutions techniques utilisées).

J’ai dit plus haut que les personnes qui rejoignaient Mastodon ne s’inscrivaient pas toutes chez nous. Cela nous permet par ailleurs de dire aux personnes qui se sont inscrites chez nous “désolés mais vous nous prenez trop d’énergie, trouvez-vous un autre endroit”. Cela ne prive en rien les personnes car elles peuvent s’inscrire ailleurs et avoir accès exactement aux mêmes contenus… mais nous ne sommes plus responsables d’elles !


7 — Évolution de la Charte

Toute « charte de modération » reste imparfaite car il est très difficile de l’adapter à toutes les attentes. Nous restons à votre écoute afin de la faire vivre et de l’améliorer. Pour cela vous pouvez contacter les modérateurs et modératrices pour leur faire part de vos remarques.

Vous pouvez nous faire vos retours, on est pas des zânes ni des têtes de mules.

La suite

Après ce tour sur mon arrivée dans le monde de la modération, la découverte de ce qu’est Mastodon, et ce par quoi nous avons démarré pour structurer une petite équipe de modération face aux difficultés vécues par les salarié·es, le second article de cette série parle de cas concrets.

 

Si vous voulez savoir comment on fait pour gérer les fachos, ça va vous plaire.

 

Illustration : CC-BY David Revoy

❌
❌